"Il malato immaginario": dal tragico al comico
Vantaggi
Approfondire la figura di Molière.
Svantaggi
Non sapere cosa c'era dietro a questa divertente commedia.
Non ricordo più chi abbia detto la seguente frase: "Il comico, in fondo, possiede un animo profondamente triste". Rammento che la cosa mi colpì molto, e, nel corso degli anni, trovo che l'affermazione sia molto vera. Ho abbastanza anni per ricordarmi di un grande comico come Alighiero Noschese, che finì suicida. Sì, il comico nasce dalla sofferenza interiore, e nulla è più vero di questo per "Il malato immaginario" di Molière. La sostanziale comicità deriva soprattutto dall'intreccio, pensato da Molière secondo i moduli della ridanciana e popolare Commedia dell'Arte, i cui protagonisti, "mutatis mutandis", li troviamo tutti nella commedia: dalla "servetta furba", al vecchio avaro (Argante), dagli "innamorati" al "Dottore" più o meno inetto. Argante, vecchio ipocondriaco e avaro, sentendosi affetto da tutte le malattie del mondo, vorrebbe, per puro egoismo personale, far sposare sua figlia ad un medico. In mezzo a mille e divertenti colpi di scena, alla fine, il fratello di lui, molto più educato e intelligente, lo convince a lasciar perdere, per cui la figlia riesce a sposare chi vuole. Fin qui tutto ricade, più o meno, sotto il segno del "comico"; e dove starebbe, allora, il "tragico" di tutta questa apparentemente divertente commedia? Il tragico sta dietro le quinte, nella "storia" del "Malato Immaginario". In primo luogo, il ruolo del vecchio Argante fu recitato a Corte dallo stesso Molière, che era "gravemente malato", e che recitò il ruolo del "malato immaginario" con in testa ben chiara l'idea che entro breve tempo sarebbe morto. Il secondo lato tragico sta nella commedia stessa, fatta oggetto di critiche aspre da parte della mentalità bigotta del tempo che, come è noto, "avvelenò" gli ultimi anni di Molière, accusandolo di appartenere alla sètta dei cosiddetti "libertini", accusati di eresia e di miscredenza. La cosa, inventata probabilmente ad arte per mettere in cattiva luce Molière agli occhi della Corona, sortì i suoi effetti, e fu lo stesso sovrano che dovette intervenire di persona a tacitare le polemiche che si erano pericolosamente addensate su Molière. Ecco: "Il malato immaginario", così ilare e divertente, nacque in questo "triste contesto", di cui Molière era perfettamente consapevole. La sua grandezza consistette anche, e forse soprattutto, nel trovare il modo di "ridere" e "far ridere" in uno dei periodi più difficili della sua vita. In questo senso, l'ipotesi sopra ventilata che il comico nasca dal tragico trova in Molière la sua dimostrazione "matematica".
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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