Più bello de "lo scafandro"
Un intenso e drammatico film sulla storia vera di un celebroleso che gradualmente si inserirà nel rapporto umano, e pure artistico.
A parte certe parti che ho fatto fatica a comprendere (come quella specie di litigio per me nonsense in un pasto famigliare a base di avena, ma forse mi è sfuggito qualcosa nella sceneggiatura), come la zuffa in osteria...
Comunque il film accenna a quel superficiale pensiero dove il vero amore sia quello romantico, mentre il cosiddetto "platonico" non lo è. Se si intende l'amore spirituale, è certamente l'amore vero, nonchè l'unico amore veramente che potrebbe esser definito tale, gratuito... Ora certo noi esseri umani abbiamo perso la perfezione umana, che comunque era Dio che te la donava, e ti rendeva partecipe al suo modo d'amare.
Un film comunque piuttosto edificante, data la caparbietà e l'insistenza del protagonista. Mi ha colpito la scena cui vorrà avvertire il vicinato della perdita di coscienza della madre, o il motivante tentativo di alzarsi verso delle persone... Certo, amaramente chi è pienamente paralizzato, anche con questa forza di volontà, non ci sono comunque progressi come in questo...
Nel suo genere, così come la recitazione, a parte certi punti che ho trovato nonsense nella sceneggiatura, è per me un capolavoro. Nel complesso mi è piaciuto maggiormente rispetto a "Lo scafandro e la farfalla", anche perché il protagonista non era al 100% succube della sua infermità.
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