La pace è un inganno
Adoro i romanzi che trattano la distopia, in ogni sua forma e sostanza.
Questo libro a dire il vero l'avevo già letto anni fa (alle medie). Non ci avevo capito molto, anzi. Ero rimasto parecchio deluso dalla storia, che fa da semplice corollario, per dare ad Huxley la possibilità di trattare i temi che più gli stanno a cuore: controllo della società e gestione delle informazioni.
A differenza di 1984 (pervaso dall'abiezione), qui abbiamo una sorta di mondo perfetto (?), o presunto tale; un paese dei balocchi: tutti contenti, non ci sono problemi, c'è la pace. A pagare é il singolo individuo, non più visto come tale. A contare é infatti soltanto la collettività, il resto é nulla.
Le persone vengono prodotte come fossero automobili: impacchettate e pronte all'uso.
Alla fine Huxley si avvicina molto ad Orwell, lo scopo almeno é il medesimo, ma i mezzi per raggiungerlo sono completamente differenti. L'ho trovato caustico, alcuni passaggi sono da brivido.
E poi verso fine libro Huxley non fa mancare la classica frecciatina indirizzata verso argomenti di tipo religioso, con qualche bel scambio di battute.
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