Opinione su Il treno dell'ultima notte - Dacia Maraini: Davvero bello! 24

Davvero bello!

24/06/2020

Vantaggi

E’ un romanzo vasto e di grande sapienza letteraria, importante, complesso e bellissimo, ricco di descrizioni straordinarie che accendono tutti i sensi, costellato di Storia e di storie, dove la prosa, con vertici di armoniosità e perfezione, ci conduce ad un finale intenso in cui con crudezza si manifesta il Male che gli uomini, con le loro azioni o con il loro colpevole silenzio, possono infliggere agli altri uomini, riuscendo ad annientarne ogni dignità e a dilaniarne l’esistenza.

Svantaggi

non trovati



Con “Il treno dell’ultima notte” Dacia Maraini ci conduce dentro il buio baratro dei totalitarismi del secolo passato, all’interno di una fossa infernale abitata da una coscienza collettiva che mortifica quel desiderio di speranza e giustizia che sta alla base di una vita definibile “umana”.
Amara Sironi, giovane giornalista, viene inviata nei paesi dell’Est per una serie di articoli da pubblicare nel giornale per cui lavora. Ma un altro motivo la spinge ad accettare questo incarico: conoscere il destino di Emanuele Orenstein, suo amico d’infanzia e suo primo e indimenticato amore. Emanuele, ricco e bello, figlio di ebrei con un ingente patrimonio, segue la famiglia e da Firenze si trasferisce a Vienna, proprio nel momento storico meno opportuno. Spogliata di ogni avere, tutta la famiglia Orenstein sarà rinchiusa nel ghetto di Lodz e da qui trasferita al terribile campo di sterminio polacco di Auschwitz-Birkenau. Di lui Amara conserva gelosamente tutte le lettere ricevute dal ghetto di Lodz ed un quaderno-diario che le è stato recapitato, non si sa da chi, subito dopo la guerra. I suoi compagni di viaggio saranno Hans, detto “l’uomo delle gazzelle” per un particolare maglione che indossa e Horvath, uno strano bibliotecario, colto e animato da una grande sete di conoscenza. Sarà un viaggio doloroso e lungo, fermato da lentezze burocratiche e che attraverserà la Polonia di Auschwitz dipanandosi da Cracovia a Vienna fino ad approdare a Budapest, dove i nostri protagonisti vivranno in prima persona l’inutile ribellione del popolo ungherese contro l’oppressione dei russi, ribellione finita in un bagno di sangue a discapito degli insorti. (1956).
Ogni personaggio incontrato apporta un pezzo di storia presente e passata, fatta di racconti intensi e dolenti, amari come il nome della protagonista che, con estremo coraggio è capace di attraversare l’orrore e di pagare un alto prezzo di sofferenza per conoscere e finalmente capire, di non poter fermare il tempo e che esso non lascia che rovine e distruzione.
Nonostante l’ampio teatro storico, il romanzo inizia e finisce in un treno, che non solo simula il passaggio da uno stato europeo all’altro, ma assumendo il significato etimologico che gli deriva dal greco ( canto dei morti), è metaforicamente e lo è stato anche realmente, un viaggio che porta dalla vita alla morte. E’ un libro, questo, che ci invita caldamente a prendere coscienza del passato se vogliamo avere consapevolezza del presente, a far sì che memoria e coscienza possano essere usati come un deterrente per il futuro. Il totalitarismo, sempre in agguato nelle classi dirigenti che detengono il potere, deve essere tenuto a bada dalla cultura che ha il compito di purificare e trasformare ogni cedimento indirizzato verso il dominio di intolleranze, di prepotenze e di prevaricazioni.
E’ un romanzo vasto e di grande sapienza letteraria, importante, complesso e bellissimo, ricco di descrizioni straordinarie che accendono tutti i sensi, costellato di Storia e di storie, dove la prosa, con vertici di armoniosità e perfezione, ci conduce ad un finale intenso in cui con crudezza si manifesta il Male che gli uomini, con le loro azioni o con il loro colpevole silenzio, possono infliggere agli altri uomini, riuscendo ad annientarne ogni dignità e a dilaniarne l’esistenza. Un libro animato da un fortissimo impegno morale e civile, che esorta a tenere in vita un certo tipo di memoria per non perdere mai la consapevolezza di un’atrocità che, anche oggi, rischia di riproporsi.

Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.

Segnala contenuto

  • trama
  • ambientazione
  • personaggi
  • sviluppo
  • adatto a tutti
Valuta questa opinione

Ti sembra utile quest'opinione?

Scrivi un commento

Questa funzione è disponibile solo per gli utenti che hanno effettuato il login

Altre opinioni degli utenti su Il treno dell'ultima notte - Dacia Maraini

  • blase
    opinione inserita da blase il 19/06/2020
    Il racconto è ambientato nel 1956, allorchè la protagonista parte da Firenze e attraversa l'Europa alla ricerca di un carissimo amico d'infanzia di religione ebraica di cui non ha avuto più notizie da...
    Continua a leggere >
    Validissimo
    personalmente non trovati
  • fb-656
    opinione inserita da Silvia Bollini il 09/04/2020
    Primo libro che leggo di Dacia Maraini e credo proprio che incomincerò a leggerne di altri. Una scrittrice completa che ha saputo affrontare nel modo migliore delle tematiche tanto importanti. La stor...
    Continua a leggere >
    davvero ottimo
    mi aspettavo una fine diversa ...ma va bene così
  • kira1992
    opinione inserita da kira1992 il 05/04/2020
    Secondo libro di Dacia Maraini e per quel che mi riguarda seconda lettura davvero piacevole, scrive indiscutibilmente bene credo che ne prenderò altri . Amara, giovane donna separata fa la giornalista...
    Continua a leggere >
    100%
    splendido
    non trovati
  • merlina
    opinione inserita da merlina il 05/03/2020
    Da quando ho visto un paio di documentari sulla Shoa, durante il Giorno della Memoria, mi è tornata la voglia di approfondire, ancora una volta, l'argomento, per cui sto rastrellando tutti i libri sul...
    Continua a leggere >
    un romanzo che non si fa dimenticare facilmente
    nessuno