Un delirio
Romanzo di esordio di Isabella Santacroce, autrice molto sopravvalutata sotto tanti punti di vista e altrettanto sottovalutata per altri. Nel romanzo il lettore ha due possibilità, può infatti ritenerlo pura fantasia esagerata e sensazionalistica, oppure una cronistoria davvero molto accurata di cose che ha visto e ha fatto. Ovviamente la narrativa è molto esagerata, ma se si vive al di fuori della casetta anni '60 con il labrador in giardino ci si rende conto che Isabella Santacroce non ha fatto nient'altro che esprimere ciò che ha visto, che ha fatto direttamente e che le sue amiche conoscenti hanno fatto e vissuto, trasformandolo in un romanzo. Scene di caos, ragazze fuori controllo nella Rimini underground e tantissima droga in ogni salsa, dall'alcol a profusione a quella semplicemente immaginata, perché in situazioni così assurde non c'è neanche bisogno di fare le cose davvero. Non so perché ma quando l'ho letto mi è piaciuto tantissimo e sapevo perfettamente che era un testo sopravvalutato controverso e che sarebbe stato odiato da tantissima gente per il semplice motivo per il quale mi piaceva. Tra l'altro ogni volta che leggevo una delle scene narrate mi apparivano in mente cose che avevo visto anche se io abitando in Versilia mi sono trovato in un ambiente decisamente più tranquillo di quello della Rimini degli anni ‘90. Ovviamente il linguaggio è osceno e le descrizioni molto impressionistiche.
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