E all'improvviso ti trovi Campione del Mondo....
Chiunque abbia calcato i campi di gioco dando calci ad un pallone ha nutrito il sogno di laurearsi Campione del Mondo, poi in pochi, pochissimi, riescono a concretizzarlo.
Solo i più talentuosi e più bravi ci riescono, e spesso nemmeno quelli.
Poi ci sono delle eccezioni, dei calciatori "normali" che si trovano al posto giusto al momento giusto e che riescono dove molti calciatoti ben più capaci falliscono.
Tra questi ristrettissimo novero di fortunati, un posto d'onore va assegnato al difensore centrale argentino José Luis Brown, laureatosi Campione del Mondo nel 1986.
Ma l'onesto lavoratore della pedata non si è limitato a vincere la coppa più ambita, ma si è tolto anche la grande soddisfazione di segnare una rete nella finalissima.
Un caso davvero unico, che a trent'anni di distanza dall'avvenimento suscita ancora stupore.
Il buon Brown, tra l'altro, si ritrovò a giocare titolare al posto del ben più blasonato Daniel Ricardo Passarella, perché quest'ultimo entrò in rotta di collisione con Diego Armando Maradona.
Il CT Carlos Bilardo non poteva permettersi il lusso di inasprire i rapporti e creare tensioni con il vero trascinatore della squadra, nonché più forte calciatore a livello planetario.
Molti ritengono che in realtà "El Pide" vinse quasi da solo quell'edizione dei Mondiali.
Gli altri furono solo un completamento capace di supportare il "fenomeno".
Brown, difatti, ha partecipato a quell'unica edizione del Mondiale.
Gran parte della sua carriera l'ha trascorsa nell'Estudiantes, club nelle cui giovanili è cresciuta e con il quale ha militato per ben otto stagioni, dal 1975 a 1983, vincendo anche due campionati (1982 Metropolitano e 1983 Nacional).
Dopo di ché è arrivata la prima esperienza in Colombia, giusto un assaggio durato l'arco di un anno in forze all'Atletico Nacional.
Ritorna ij patria per un'esperienza fugace con il blasonato Boca Juniors, prima di volare in Europa, destinazione Spagna.
Ad accoglierlo è il modesto Deportivo Espanol.
Gioca pochissimo ma si guadagna lo stesso il pass per i Mondiali messicani, per poi divenirne protagonista come sopra raccontato.
Una sorta di favola calcistica, con l'onesto Brown nei panni di Cenerentola che ammalia e seduce il principe germanico in finale, per poi vincerlo.
Dopo la stratosferica esperienza mondiale si concede ancora un paio di stagioni in Europa, prima in Francia (Brest) e poi ancora nella penisola iberica (Real Murcia).
Chiude poi la sua originale carriera in patria nelle file del Racing.
Con la Nazionale argenti, nei sette anni di militanza tra il 1983 e 1990 ha disputato 36 partite, segnano un unico indimenticabile gol nella finale mondiale.
E' rientrato poi nel giro delle rappresentative nazionali del suo Paese una volta intrapresa la carriera di allenatore.
Nel 2008 rivive l'emozione dei Mondiali.
Stavolta è il vice di Batista, anche egli Campione del Mondo nel 1986, e selezionatore della Nazionale maggiore.
Per chiudere ritengo sia opportuno dare alcune indicazioni in merito alle qualità tecniche del difensore sudamericano.
Brown è stato un centrale di difesa molto ruvido e tenace.
Bravo anche nel gioco aereo (il gol nella famosa finale è arrivato proprio di testa), ha spesso sfruttato questo fondamentale per mettere a segno qualche rete (una quarantina nell'intera carriera da professionista).
tecnicamente non era brillantissimo.
I piedi erano quelli che erano, ma era capace di una grande applicazione tattica in grado di sopperire a queste sue limitazioni naturali.
Non è stato un fuoriclasse, nemmeno un campione, ma un onesto calciatore capace di toccare cime che in molti possono solo sognare.
Segnala contenuto