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1 Opinioni per L' isola di Arturo - Elsa Morante
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  • kira1992
    Davvero bello!
    opinione inserita da kira1992 il 29/09/2020
    Dopo averlo letto "L'isola di Arturo" è diventato uno dei miei libri preferiti della linea classica. È proprio uno di quei romanzi da leggere se si ama la buona letteratura: semplice, eppure immenso e pregno di significato. Le descrizioni paesaggistiche della Morante, sono ineguagliabili. L'autrice ci racconta di Arturo, orfano di madre e con un padre, Guglielmo Gerace, autoritario e maschilista, è un adolescente che vive in un paradiso ‘blindato’, la Casa dei Guaglioni, nell’isola di Procida. La madre, mai conosciuta è il suo mito di donna, unica e irripetibile; il padre è il suo eroe, bello, intelligente, ricco, anche se affettivamente assente dalla sua vita e poco presente anche fisicamente perchè dedito a continui viaggi ‘misteriosi’ che lo portano lontano da Procida. La vita selvatica e la routine di Arturo cambiano con l’arrivo nell’isola della nuova giovanissima moglie del padre, Annunziata, quasi a lui coetanea, inizialmente disprezzata perché ritenuta indegna del padre, ma successivamente - come scontato - fonte di turbamenti e innamoramento reciproco, anche se da lei mai dichiarato apertamente perché contrario alla sua etica religiosa. Intanto Arturo conosce una giovane vedova del posto, Assuntina, che gli si offre, diventando temporaneamente la sua amante, senza però riuscire a distogliere Arturo dal suo amore per Nunziatina, diventata nel frattempo madre di Carminiello, fratellastro di Arturo; il tutto sempre in un clima di lontananza psico-fisica ed estraneità di Guglielmo. In una situazione così intricata è ovvio che arrivi un ‘redde rationem’. Arturo crescendo avrà la possibilità di dare la giusta importanza al suo amore per Annunziata, di ridimensionare la figura paterna (risultata piena di ambiguità e strani gusti sessuali), staccandosene definitivamente per aprirsi ad una nuova vita, finalmente tutta sua, piena di incognite ma anche di affascinanti aspettative. Alla fine, la partenza da Procida per arruolarsi nell’esercito all’inizio della seconda guerra mondiale è il trampolino di lancio del ragazzo che vuole diventare uomo e sa di potercela fare, con le sole proprie forze e i suoi entusiasmi. Un bel romanzo, metafora sempre attuale del travagliato periodo adolescenziale.
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    Libro struggente, evocativo, poetico. Un romanzo di formazione che è come un viaggio in una terra fiabesca popolata da pochi personaggi, poche parole e molti silenzi. In una parola: bellezza.
    la prima parte un po lenta