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1 Opinioni per La bambina di vetro - Jodi Picoult
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    Davvero bello! Ma straziante!
    opinione inserita da Silvia Bollini il 13/09/2020
    Il romanzo "La bambina di vetro" dell'autrice Jodi Picoult è davvero molto bello ma bisogna ammettere straziante, si tocca un tema importante, conosciamo la protagonista Willow , una bambina dolcissima ed estremamente intelligente, dimostra tre anni ma in realtà ne ha quasi sei. E' affetta dalla nascita da una rara malattia genetica , l' Osteogensesi Imperfetta, a causa della quale le sue ossa sono fragilissime. Nel corso della vita le persone che ne sono affette subiscono anche centinaia di fratture , nel caso di Willow addirittura quando era ancora in utero e al momento della nascita. La vita della sua famiglia è parecchio tribolata tra le mille precauzioni per evitarle anche il minimo trauma e le ingenti spese mediche per le cure di cui ha bisogno. In seguito ad un episodio che rasenta l'assurdo un avvocato esperto in questo tipo di cause legali convince la madre di Willow a fare causa alla sua ginecologa per negligenza colposa in quanto non avrebbe saputo riconoscere degli indicatori della malattia da un'ecografia fatta durante le prime settimane di gravidanza, quando la madre avrebbe potuto decidere di abortire. E qui sta la parte delicata della vicenda. Come può una madre cattolica aver considerato l'aborto, come può far causa alla ginecologa , che tra l'altro è la sua migliore amica, sostenendo che se avesse saputo della malattia avrebbe abortito . In pratica sarebbe come dire che Willow non è voluta perché imperfetta. Ma la questione non sta in questi termini. La madre ama Willow più della sua stessa vita ma si rende conto che come genitori da soli non ce la possono fare: "chi si occuperà di lei quando io non ci sarò più...?" Il padre di Willow rifiuta di appoggiare l'azione legale, lui considera l'amore per la figlia inconciliabile con le motivazioni alla base della causa, per lui l'amore è incondizionato e senza bugie, l'accettazione è totale costi qualunque sacrificio , i due genitori hanno un diverso concetto di responsabilità: per la madre è assicurare alla figlia un futuro a costo di farla soffrire, per il padre dimostrarle tutto l'amore possibile comunque senza mai creare alcuna situazione che possa generare in lei il dubbio di non essere accettata. L'unione della famiglia va in frantumi così come la vita della ginecologa costretta a difendersi mettendo in dubbio se stessa per la prima volta in carriera. I temi trattati sono tanti e importanti, non solo la disabilità e le difficoltà di una famiglia nel portare ognuno la propria croce, ma anche la complessità e le aspettative diverse del rapporto amica/paziente , l'aborto, l'ipocrisia , l'amore di una madre, quello di un padre e di una sorella , il dramma dei bambini rifiutati dalla madre e il perdono. Al solito la Picoul è bravissima nella disamina dei fatti e degli stati d'animo, delle implicazioni morali. Bellissima la descrizione di Amelia, un'altra dei "fratelli invisibili" di molti ragazzi disabili, quelli per i quali c'è spesso poco tempo perché il fratello o la sorella richiedono un'impegno totale, quelli ai quali viene chiesto troppo presto di essere grandi e per i quali non c'è tempo e spazio per sbagliare. Ma sono non per questo meno amati, sono solo spesso messi da parte dall'urgenza di ciò che non si può rimandare. E' dura dimostrare a chi non vive queste situazioni che non è solo una questione di soldi e che non si vuole sminuire il valore di una persona solo perché disabile, la causa legale è solo un mezzo per ottenere un aiuto , purtroppo finisce con il far sospettare disaffezione e persino rifiuto, soprattutto nella piccola Willow che si sente la causa di tutti i problemi della famiglia. Libro bellissimo , argomenti delicati trattati con la consueta umanità, finale che non svelo ma assolutamente straziante.
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    odi Picoult affronta sempre dei temi molti difficili e spesso poco conosciuti. Nella bambina di vetro affronta il tema di una malattia davvero complicata, inserendo, come nella Custode di mia sorella, una diatriba, in questo caso che coinvolge la madre e l'amica ginecologa, che passa tra le aule di tribunale. Leggendo il libro viene difficile davvero schierarsi, perchè da una parte abbiamo una madre innamorata della figlia, della quale però a volte non si capiscono i comportamenti e non si riesce a comprendere come possa arrivare a pensare se era meglio non avere avuto la piccola Willow, e dall'altro la ginecologa, che mette in dubbio tutta la sua vita e la carriera dopo che la migliore amica le ha fatto causa. Il finale come in tutti i libri della Picoult lascia davvero senza fiato, perchè quando pensi che la fine sia arrivata, ecco che succede qualcosa di inimmaginabile.
    Noooooo solo pollice in su