Delusione
Abraham Yehoshua è uno dei principali esponenti della letteratura ebraica ed israeliana.
La quasi totalità dei suoi romanzi, pubblicati in Italia da Einaudi, è ambientata in Israele, terra che diventa così, anche indirettamente, protagonista silenziosa dei suoi scritti.
Yehoshua ha inoltre pubblicato anche dei saggi, tra questi ho trovato molto interessante "Ebreo, israeliano, sionista: concetti da precisare" (anche io, ad esempio, introducendo l'autore l'ho definito sia ebreo che israeliano...).
Quello che mi aspetto quando leggo Yehoshua è proprio quello di leggere una storia che mi parli di Israele, o che mi parli, comunque, della cultura ebraica ed israeliana, anche nella sua quotidianità.
La protagonista di "La comparsa", ultima opera pubblicata in Italia, è Noga, una musicista di professione, nata e cresciuta a Gerusalemme, ma ormai trasferitasi per motivi di lavoro in Olanda.
Noga (chiamata nel libro spesso "Venere", in quanto Noga significa proprio questo) torna a Gerusalemme su richiesta della mamma, rimasta vedova, e del fratello.
Lo scopo del suo ritorno è quello di prendersi cura dell'appartamento della madre, che è stata anche la casa in cui lei stessa è cresciuta, dato che quest'ultima ha deciso di trasferirsi temporaneamente in una casa di riposo a Tel Aviv, per tre mesi di prova.
Nei tre mesi che seguono Noga, di fatto, mette la sua vita attuale in stand by, dovendo forzatamente rinunciare al suo lavoro, alla sua musica. Per contro, tornano a galla le vicende del passato: i vicini di casa, diventati ormai degli ebrei ortodossi, la questione della sua separazione, circostanza che ha pesato sulla vita dell'intera famiglia e che anche a distanza di anni è portatrice di ombre.
Noga torna a vivere in una città diversa da quella che conosceva e si mette a confronto con quella che era la Noga del passato e la Noga del presente.
Per guadagnare qualcosa, in questi tre mesi di inattività forzata, inizia a lavorare come comparsa per film e serie ambientate a Gerusalemme, su segnalazione di suo fratello, e grazie a questo lavoro inizia a conoscere persone nuove.
Al termine dei tre mesi potrà tornare indietro, in Olanda, alla sua orchestra, alla sua arpa, alla sua storia mediocre con il collega musicista, e soprattutto saprà cosa avrà deciso sua mamma, se tornare a Gerusalemme o lasciarla per sempre.
OPINIONE PERSONALE
Ho trovato la trama piuttosto confusionaria.
Da un lato ci sono personaggi che appaiono, che hanno, per un breve lasso di tempo, un certo peso e poi scompaiono, e non si capisce per quale motivo se ne sia parlato.
Dall'altro un eccessivo indugiare in dettagli di poco conto.
La sensazione è che non si sapesse bene dove andare a parare e si è buttata troppa carne al fuoco, col risultato che un po' è bruciata e un po' è rimasta cruda...
Ci sono sì alcuni spunti interessanti, ad esempio il mettere in evidenza il rapporto tra gli ebrei ortodossi e quelli più moderni, a riprova che anche all'interno della stessa religione ci siano degli estremismi mal digeriti dalla parte più moderata.
Oppure la differenza tra Gerusalemme, spirituale e in un certo senso decadente, e Tel Aviv, moderna ed opulenta.
Mi è piaciuto, ad esempio, seguire sulla mappa e con le immagini alcuni dei posti citati dalla protagonista, e quindi seguirla nel suo passeggiare per Gerusalemme.
Nel complesso è stato abbastanza deludente.
Non lo consiglio a chi non conosce l'autore perché sarebbe un approccio deludente.
Forse vale la pena leggerlo solo se già lo si conosce, per lo sfizio di non aver saltato nulla della sua produzione.
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