Romanzo duro e interessante
La famiglia di Pascal Duarte è una delle opere più celebri del premio Nobel per la letteratura Camilo Josè Cela. Ambientato in un paese poverissimo, ha per protagonista Pascal, prima ragazzo e poi uomo costretto a vivere in miseria e con una famiglia d'origine violenta e degradata. Pascal cresce ammantato in una corazza di durezza, anche se è capace di provare affetto. Se provocato, reagisce con violenza estrema, un po' perché non riesce a trattenere il suo temperamento, e un po' perché data l'educazione ricevuta e il contesto in cui vive gli pare forse l'unica alternativa. Uccide la propria amata cagna perché lo fissa con occhi troppo espressivi, poi ammazza una prima volta il seduttore di sua sorella, infine una seconda: sua madre. Quest'ultimo omicidio gli procura una condanna a morte, a cui Pascal andrà incontro cambiato ma non per questo graziato. Scritto in forma pseudo-epistolare, ossia come manoscritto vergato dal protagonista, il romanzo esordisce spiegando il pensiero di Pascal-Camilo Josè Cela: c'è chi nasce fortunato e chi è inesorabilmente destinato a una vita infame. Sono le circostanze, insomma, a determinare le azioni e reazioni di un individuo, la cattiveria non è innata. Sia che si condivida o no l'ipotesi - io sono per il no, almeno in parte - l'opera risulta comunque interessante, apre uno squarcio su un tema sul quale riflettere non fa certo male.
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