Un argomento rivisto in chiave originale
Un libro che si legge velocemente si intitola "La guerra degli altri", scritto da Marina Jarre.
In effetti questo romanzo è composto solamente di 97 pagine ed è praticamente introvabile essendo stato pubblicato nel lontano 1988.
Io l'ho trovato in una vecchissima selezione di narrativa mondiale, pescato chissà dove.
GOCCE DI TRAMA
Il protagonista del romanzo si chiama Pino ed è sostanzialmente un ragazzino di 13 anni, cresciuto durante il periodo fascista e che ha visto quindi alcuni esempi di guerra, proprio nel paesino in cui vive.
Ha seguito in prima persona alcuni eventi, ha assistito alla caduta di Mussolini, quindi la questione dei partigiani e dei tedeschi, ma essendo lui bambino, non riesce a capire da quale parte debba stare.
In contemporanea, si innamora di una ragazza che invece più avanti, sa benissimo da quale parte schierarsi.
COMMENTO PERSONALE
Sostanzialmente si tratta di raccontare la storia della seconda guerra mondiale vista con gli occhi di un ragazzino, Pino appunto, che cresce in un piccolo paese con la ferrovia che poi viene assediata dai tedeschi, ovviamente non comprende lo scopo della guerra e invece pensa a Elena, la sorella del suo amico Bruno di cui si è innamorato.
Sul finale ovviamente invece viene costretto a fare determinate scelte.
Sostanziamente ho poco da dire in quanto ho trovato questo romanzo inizialmente poco in linea con i miei gusti letterari ma poi ho scoperto quanto sia stata scorrevole la lettura mentre viene raccontata in maniera per nulla noiosa o pesante.
Ho trovato che svolgere questo argomento rivisto in chiave originale possa essere una buona idea, soprattutto per poter raccontare eventi simili ad altri ragazzini dell'età di Pino. Non avevo mai letto infatti la storia vista dalla parte di un ragazzino e quindi ho avuto un punto di vista inedito.
Ecco spiegato dunque il titolo: "La guerra degli altri", proprio perchè Pino non si considera coinvolto dagli eventi, dato che la sua vita non è cambiata molto.... fino ad un certo punto però, in cui dovrà necessariamente fare una scelta.
Lui infatti non considera il detto che si stava meglio prima della guerra, perchè in effetti non ha avuto grossi cambiamenti, fino a quando non ha visto in prima persona cosa significhi avere una ferrovia a cui erano interessati i tedeschi per il trasporto di truppe e armamenti vari, oltre al fatto di non capire nemmeno perchè i partigiani volessero a tutti i costi distruggerla, pur sapendo che non tutti sarebbero tornati vivi a casa.
Un romanzo vivace e interessante.
Voto 7
Segnala contenuto