Denso, dolce amaro, penetrante
La linea del sangue è la storia di Christophe e Joshua, della solida Ma-mee e della sconclusionata Cille; è il racconto del passaggio all’età adulta, delle difficoltà di ritagliarsi un posto in un mondo spesso acre e spietato. Ma è anche una storia di legami familiari sfilacciati, di anime che vagano in cerca di un senso e di uno scopo e che spesso lo trovano dove meno se lo sarebbero aspettato.
(Un ritorno crudo e doloroso)
La sensazione che si prova nel leggere questo romanzo è molto diversa da quella di Canta, spirito, canta. Dove il secondo volume della trilogia era lirico era quasi poetico, permeato di spiritualità e di bellezza, La linea di sangue è crudo e quasi doloroso. Qui non c’è un viaggio attraverso i meravigliosi paesaggi del Mississippi a cullarci, né i canti di una nonna capace di comunicare con l’altro mondo.
Ci sono invece sudore e fatica, sangue e droga, dolore e pentimento. Eppure i punti di contatto sono moltissimi, dalla famiglia frammentata e tenuta insieme da chi è cuore e anima, agli spiriti irrequieti sempre in cerca di qualcosa. Solo che qui gli spiriti sono materiali, in grado di tagliarsi, sanguinare e soffrire.
Joshua e Christophe sono due personaggi così diversi da risultare quasi sempre in contrasto. Per carattere, per scelte, per destino, per casualità, in questo romanzo li vediamo dividersi e poi ricongiungersi; imboccare sentieri diversi eppure procedere sempre a pochi passi di distanza, sufficienti a tendere una mano per aiutare l’altro in caso di necessità. La linea di sangue è una storia di affetti allagati, di scelte sbagliate e vite incompatibili. Ma è anche e soprattutto una storia americana, il racconto di un’esistenza costruita sul margine del Bayou, dove caldo, umidità e natura incontrollata si intrecciano saldamente e inesorabilmente. Forgiando al contempo coloro che ci vivono immersi.
CONCLUDENDO -DENSO-DOLCE AMARO- PENETRANTE
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