Opinione su La ruota delle meraviglie- Wonder Wheel (Woody Allen): La ruota delle meraviglie non per Ginny

La ruota delle meraviglie non per Ginny

10/05/2020

Vantaggi

Woody Allen la capacità di capire così bene l'animo umano

Svantaggi

a volte diventa pesantino


Visto l'altra sera in televisione "La ruota delle meraviglie" titolo originale Wonder Wheel di (Woody Allen) mi ha lasciato un po perplessa, con questo non dico che è brutto va visto grattando sotto la superficie dove il peso incontrollabile del caso che incombe sui personaggi a cui si contrappone il senso di colpa di Ginny, convinta del fatto che le sue disgrazie derivino da responsabilità mancate e scelte sbagliate che la portano a perpetrare in eterno gli stessi crimini e misfatti del passato. C’è la dimensione assolutamente tragica dell’esistenza, dalla quale non vi è via di fuga possibile e c’è la totale insensatezza della vita e degli affetti. C’è, in definitiva, tutta la componente tematica dell’universo allineano, tutta la sua visione del mondo. La ruota delle meraviglie, insomma, è un film sulla luce. Che trasforma gli spazi, che muta i corpi, che annulla la separazione tra luoghi della realtà e luoghi della rappresentazione. È sufficiente la prima inquadratura: un veduta frontale in cui Coney Island è illuminata come se fosse una cartolina di Coney Island, un’immagine promozionale per attirare i turisti un paesaggio da sogno. Fin dalla prima immagine ci si trova catapultati in un luogo reale che viene però trasformato nella sua rappresentazione, così perfetta, così gioiosa, così luminosa. Più che a Coney Island, La ruota delle meraviglie sembra essere ambientato su un set che di Coney Island è la copia perfetta. D’altronde, come ripetono sia Mickey che Ginny, la vera vita è altrove: è a Bora Bora, a Cuba, a Rio, è ovunque ma non lì. La penisola newyorkese altro non è che un Paese dei balocchi, un luogo di transizione per Mickey (vi passa solo l’estate lavorando come bagnino), di rifugio per Carolina, ma soprattutto una dolorosa prigione per Ginny. Ma qui siamo a Coney Island. E in questa Coney Island, osservata attraverso gli occhi Woody Allen, tutto diventa inevitabilmente simbolo, tutto è metafora.

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    opinione inserita da sallyrose il 10/05/2020
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    Niente di che, dialoghi verbosi, finale scarso
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    opinione inserita da jimorris il 06/03/2019
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    cast, paesaggio
    storia, noia
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    storia molto intrigante
    nessuno