Opinione su La signorina Else - Arthur Schnitzler: Non facile ma bello

Non facile ma bello

09/04/2020

Vantaggi

Validissimo

Svantaggi

non facile in certi passaggi da seguire


Sarebbe interessante rileggere la piccola vicenda della graziosa Else, signorina borghese, donna in erba, secondo un’ottica esterna, magari attraverso il punto di vista di un personaggio minore o meglio di una comparsa quale è nell’economia del racconto, ad esempio, il portiere dell’albergo di San Martino di Castrozza, dove l’intera vicenda è ambientata in una manciata di ore. Cosa avremmo letto in quel caso? Rappresentazione curiosa o annoiata della vita di facciata di un piccolo mondo perso tra le Alpi, piccolo specchio di una realtà corrispondente rimasta a valle o in città, là in Austria tra la casa in campagna o la capitale Vienna? Condanna di vizi perpetrati in scala ridotta anche all’ombra del Cimon? Adulteri, frodi fiscali, ricchezze apparenti sull’orlo del collasso, vacuità del vivere? O forse il narratore avrebbe catalizzato la sua attenzione proprio su lei , la giovane Else, in vacanza con la zia, ragazza perspicace che fiuta la tresca del cugino con una donna sposata, ragazza conscia della propria sensualità ma libera e aperta a tutta una vita davanti. Ne avrebbe percepito il disagio in quella piccola società ai piedi della montagna? Avrebbe sorriso del suo sguardo curioso e penetrante capace di scandagliare il perbenismo di facciata? Avremmo saputo se, dopo aver letto la lettera con l’infame richiesta della madre per salvare le sorti del marito, Else cambiò per caso atteggiamento, apparendo confusa, stranita, turbata se non perfino sconvolta o disvelata. Così la vuole il signor von Dorsday, senza veli, nuda prostrarsi a lui in cambio di quei soldi chiesti a favore del padre su pressione materna. E invece no, noi l’intera vicenda la leggiamo calati completamente nella mente della giovine che ci conduce, secondo la sua visuale, a conoscere una realtà triste e misera che va a incrociarsi e a scontrarsi con un meraviglioso immaginario femminile. Stupisce la capacità dell’austriaco di calarsi nella mente disinvolta di una giovane donna, nei suoi desideri e nelle sue delicate pulsioni per poi seguire il collasso parossistico di questo immaginario femminile franto contro il muro della buona società, misera, gretta, falsa. La sua femminilità è messa a nudo per tutta la durata del racconto ed è un piacere scoprirla, peccato combaci con l’atto stesso del denudarsi, tangibile, concreto e reale a siglare la fine del mistero quale è la mente di una ragazza quasi donna. Bel racconto

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blase
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