Come un Harmony però scritto male!
Badate bene, a me gli Harmony piacciono.
Non tutti, ma ne ho letti alcuni davvero carini, strutturati bene e davvero piacevoli dall'inizio alla fine.
"Ladra di cioccolato" è uno di quei libri che volevo leggere sin dall'uscita in libreria.
Mi piaceva tutto di questo romanzo, la copertina di cartoncino lucido incorniciata di rosa confetto su cui un panciuto cuore rosso sembra navigare in un mare di cioccolata, il titolo accattivante, la trama sul risvolto di copertina che mi rivelava l'ambientazione parigina.
Laura Florand era un nome mai sentito quindi quando ho trovato una copia usata in buono stato al mercatino per soli 2 euro, mi sono detta di scoprire questa nuova scrittrice cos'ha da raccontarci.
E sono rimasta delusa sin dalle prime pagine quando ho capito come si sarebbe svolta la storia, dove volesse andare continuamente a parare la scrittrice e come sarebbe finito il libro.
Praticamente di più di 300 pagine se ne salvano neanche la metà dato che tutta la storia è molto prevedibile sfruttando male il gran potenziale che potevano avere i vari elementi che la scrittrice non ha saputo mixare.
La storia è quella di Cade Corey, giovane miliardaria in carriera.
L'azienda di famiglia produce scadenti ed economiche barrette al cioccolato osannate negli Stati Uniti dunque la ragazza vorrebbe tentare una collaborazione con un cioccolatiere francese per creare una linea gourmet.
Cade non ha fortuna perchè nessuno dei cioccolatieri è interessato al suo progetto dato che in Europa, in Francia soprattutto il cioccolato Corey è sinonimo praticamente di schifezza.
Tra i cioccolatieri con cui Cade ha provato a contrattare c'è anche Sylvain Marquis, il migliore di Parigi.
I suoi cioccolatini sono pregiatissimi e molto costosi, lui un vero e proprio mago del cioccolato oltre che bello e seducente.
Tra i due si accende la passione ma Sylvain non ha nessuna intenzione di mettersi in affari con Cade che dal canto suo è costretta ad intrufolarsi di notte nel laboratorio per rubare ricette e segreti.
Detto così sembra che il romanzo sia veramente imperdibile, cosa che credevo anch'io ma vi garantisco che tutti gli elementi più accattivanti sono andati distrutti sin da subito.
La ladra di cioccolato poteva essere un'occasione ghiotta per creare un po' di intrigo facendo divertire il lettore sull'identità di questa donna oppure se la scrittrice voleva subito svelare a chi legge chi fosse la ladra poteva evitare che Sylvain lo scoprisse immediatamente.
La storia d'amore se proprio non è evitabile alla fine ci sta, abbiamo capito che c'è molta chimica tra i due, ma pagine e pagine di erotismo stufano quasi subito.
C'è una branchia della letteratura chiamata letteratura erotica che si occupa proprio di queste storie e quindi gli appassionati del genere possono attingere da lì.
Il finale è molto euforico e concitato, abbastanza inverosimile così come è un po' ridicola la festa in un castello della campagna francese travestiti da contadini.
Parigi viene descritta in maniera tutto sommato decente e piacevole ma non basta a risollevare le sorti di questo romanzo che ti fa venire una gran voglia di mangiare cioccolato ma anche di finire il libro il prima possibile per poter passare ad altro!
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