Opinione su L'amante giapponese - Isabel Allende: Deludente !!!
Deludente !!!
13/07/2020
Vantaggi
"Temo che sia proprio la cattiva letteratura a riempire la testa di sentimenti falsi" (da Sandor Marai).
Svantaggi
Questo libro dal titolo ottocentesco, lezioso fin dalla copertina, appartiene essenzialmente alla narrativa di consumo, d'intrattenimento, rivolta ad un pubblico femminile.
Se la morte che avanza viene raffigurata con la falce, non stupiamoci se gli ultimi palpiti della vecchia protagonista sono rivolti a un giardiniere.
California, in questi anni.
C'è una residenza per anziani molto particolare, in cui inspiegabilmente si è ritirata l'ottantenne Alma Belasco, artista, ricchissima, di aspetto aristocratico e supponente.
La giovane Irina, "creatura strappata a un racconto nordico", è un'infermiera di ampie mansioni.
L'intesa fra le due donne si afferma progressivamente, svelando insospettati segreti delle loro rispettive vite.
Poi una girandola di personaggi, dentro e fuori, molti dei quali vecchi.
Il testo della Allende è punteggiato di drammi e tragedie, anche se l'atmosfera che si respira può essere piuttosto definita melodrammatica, perché c'è qualcosa di agro-dolciastro che impregna di sé numerose pagine.
Questo libro dal titolo ottocentesco, lezioso fin dalla copertina, appartiene essenzialmente alla narrativa di consumo, d'intrattenimento, rivolta ad un pubblico femminile.
La mentalità di fondo è la stessa di quei salotti televisivi, condotti da donne, che si fondano sugli stereotipi di una visione borghese-laicista-modaiola, di un femminismo alla panna montata, che intravede nel consumismo, volto a soddisfare vanità e immediati desideri, l'orizzonte valoriale ed estetico. Tant'è che le parti più riuscite del testo sono quelle che si sottraggono ai miraggi di tale ideologia e fanno rivivere il ricordo delle durissime condizioni dei Giapponesi che vivevano in America durante la Seconda Guerra Mondiale dopo l'attacco di Pearl Harbor, oppure quelle che manifestano il vissuto di chi, per età, sta perdendo la propria autosufficienza.
Il resto è ben poco verosimile. La nostra romanziera ci mette dentro di tutto : dalla droga all'Aids, dall'ossessione erotica senile al mondo gay; poi l'eutanasia, gli orrori della pedopornografia... Ciò produce una trama incalzante, troppo, con giravolte e colpi di scena poco credibili, da lasciare certamente insoddisfatto chi cerca autenticità, non storie costruite a tavolino.
La scrittura è agile e scorrevole, talvolta gradevole, ma sovente 'posa' , diventa banale, da romanzetto rosa; infatti troviamo "confidenze sussurrate tra un abbraccio e l'altro", "baci interminabili", poi "la passione", "desideri e segreti", "scaramucce amorose"... Siamo insomma ben lontani da ciò che Italo Calvino diceva in Lezioni Americane, cioè che "la letteratura (e forse solo la letteratura) può creare gli anticorpi che contrastino l'espandersi della peste del linguaggio".
D'altronde qui le cadute linguistiche sono solo la veste calzante di una mentalità ormai diffusa e convenzionale.
Inoltre troppo viene detto; il profluvio di parole rischia di travolgere il povero lettore e gli toglie spazi di immaginazione.
L'autrice sa che cosa si aspettano da lei le sue affezionate lettrici, e lei è abile a non deluderle. Intanto si scalano le classifiche, con soddisfazione del mercato editoriale.
Un personaggio del già citato Marai dice che "ormai i libri sono così tanti che sembra non esserci quasi più spazio per il pensiero". Per chi ama la Letteratura, l'alternativa, lo sappiamo, è costituita da quei libri che definiamo 'classici', antichi o contemporanei, sempre attuali, con la loro bellezza e qualche brandello di verità.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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