Opinione su L'ASSASSINIO DEL COMMENDATORE. LIBRO PRIMO. IDEE CHE AFFIORANO-Haruki Murakami: NON IL MIGLIOR MURAKAMI

NON IL MIGLIOR MURAKAMI

01/06/2020

Vantaggi

Consigliato a chi ha letto... Kafka sulla spiaggia La fine del mondo e il paese delle meraviglie

Svantaggi

si rimane li in attesa di chissà che cosa che non avviene


Ha trentasei anni il protagonista di quest’ultima storia di Murakami Haruki, ha con sé una borsa con qualche vestito, delle matite per disegnare, il dolore di una moglie che lo ha tradito e lasciato dopo sei anni di matrimonio e un lavoro come ritrattista su commissione che svolge con la convinzione più assoluta di non esser altro che un fallito.
Hokkaido, paesini, pescatori e poi una sistemazione in quella casa sperduta nel nulla che un tempo ospitava un suo simile, un pittore colpito da una grave malattia. Nove mesi, i più duri e difficili della sua vita in quello che non è stato altro che un periodo travagliato e dal retrogusto amaro, nove mesi, quelli che sono appena trascorsi che adesso può rivivere e rianalizzare nel suo nuovo rifugio.
Una narrazione lenta e con pochi colpi di scena è quella che ha principio, una narrazione dove il vero viaggio è mentale e dove il ricordo è riesumato dal ricordo, dal tempo ormai inevitabilmente trascorso e che non può più tornare e dalla riscoperta di un sé sconosciuto, di un senso della vita perduto e di un inaspettato talento per ritrarre. Il tutto in un perenne senso claustrofobico e nella totale assenza di sconvolgimenti tali da “movimentare” il proseguo del testo e in una costante presenza di smarrimento e di solitudine radicata e imprescindibile dove ciascun personaggio delineato è disilluso, affranto, sfiduciato dal fato, dagli eventi, dall’io suo più intimo. Il risultato è quello di un romanzo soltanto apparentemente lineare e dove ogni passo è tratteggiato dal caos della mente, dal suo frastuono, dalla sua vacuità.
L’impressione durante la lettura è quella di trovarsi innanzi ad un testo incompiuto che necessita per sua natura del suo secondo capitolo ma che eppure spinge il lettore a chiedersi a più riprese dove voglia arrivare lo scrittore, quale sia effettivamente il senso di tutto ciò. Non condivisibile è la scelta di suddividere il testo in due volumi proprio perché l’uno è imprescindibile all’altro.
L’una non può esistere senza l’altra. Potrà sembrare fuori luogo come esempio, ma la sensazione provata e rievocata è proprio questa, ovvero quella di aver voluto dividere un qualcosa di indivisibile per suo naturale essere.
Al lettore non resta altro che incompletezza e di disordine tanto che se da un lato è invogliato ad andare avanti e leggere il seguito, dall’altro ne è scoraggiato perché quello che si trova innanzi è un Murakami conosciuto e al contempo sconosciuto, al di sotto del suo ordinario rendimento e quindi carente.

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Altre opinioni degli utenti su L'ASSASSINIO DEL COMMENDATORE. LIBRO PRIMO. IDEE CHE AFFIORANO-Haruki Murakami

  • clary
    opinione inserita da clary il 12/06/2020
    Qualsiasi cosa si cerchi di insabbiare, prima o poi essa tornerà a presentarsi nella nostra vita, che sia sottoforma di metafora o di doppia metafora. Gli scheletri, che chiudiamo nell'armadio ogni se...
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    Consigliato a chi ha letto... Kafka sulla spiaggia La fine del mondo e il paese delle meraviglie
    personalmente non trovati
  • jimorris
    opinione inserita da jimorris il 02/06/2020
    Questa è la prima parte dell'ultimo libro di Murakami, un romanzo atteso in tutto il mondo e anche da me con grandi aspettative, ma se sono troppo elevate è difficile che siano rispettatte. E la prima...
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    misteri, atmsofera, personaggi, realismo e sogno
    meno potente e scorrevole di altri suoi lavori, non il migliore, lascia in sospeso
  • fb-656
    opinione inserita da Silvia Bollini il 09/05/2020
    Sospeso in una attesa protratta sconfinante nel sogno un pittore ritrattista ricorda i nove mesi più travagliati della sua vita, un periodo intenso, unico, anomalo. Un matrimonio naufragato dopo sei a...
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    100%
    Qualsiasi cosa si cerchi di insabbiare, prima o poi essa tornerà a presentarsi nella nostra vita, che sia sottoforma di metafora o di doppia metafora. Gli scheletri, che chiudiamo nell'armadio ogni sera prima di dormire, prima o poi usciranno per venire a svegliarci. Ed è proprio quello che succede in questo avvincente romanzo di Murakami
    Il lungo monologo del protagonista, in particolare, attraverso un intricato dedalo di avvenimenti, finisce con un nulla di fatto ed uno stato di confusione che ricerca un senso, anche per il lettore. Quale il legame tra trama e contenuto, le vite dei protagonisti cosa sottendono e c’è un senso comune che avvicina parti narrative piuttosto distanti ed eterogenee? Una parziale risposta, oltre il semplice valore letterario dell’ opera, ci giunge dalla scelta editoriale di dividere il romanzo in due parti, a mio avviso una soluzione deprecabile e penalizzante ( per il senso globale del romanzo e per i lettori ).