Opinione su Le due città - Charles Dickens: Questa volta è un grande NI!
Questa volta è un grande NI!
06/07/2020
Vantaggi
Un bel mondo quello in cui viviamo, quando non solo questo è possibile, ma molte altre cose sono possibili, e non soltanto possibili ma che avvengono... Che avvengono, capite?! Sotto questo cielo, ogni giorno.
Svantaggi
Cerchio politico e sociale che è un ingranaggio arido, crogiolante, stridulo che ci induce a vivere in un mondo a parte, fra tenebre e sogni, nella bruma incoerente di incubi che fanno vacillare ogni contorno, aggrinzire ogni forma, dilatando le cose come chimere e gli uomini come fantasmi.
Non mi appresteró a dire che il romanzo non mi sia piaciuto. Sarebbe una bugia! Ma non perdo nemmeno tempo nel dire, che non mi è sembrato di vivere l'avventura francese di cui tutti parlano. Non che gli manca il coraggio e la sicurezza per porre irreversibili ultimatum a chi sovrasta, che speravo nel mio piccolo potesse accadere, ma chi poteva immaginare che i suoi personaggi avrebbero imboccato una strada completamente diversa? Quello che mi fu presente, però, è che la supremazia di chi sovrasta funge da monito per quel ceto sociale basso o piccolo a remare verso un fine più utile, in cui l'irreale vince sull'impossibile e sfigura ogni creatura umana. Era come se lo scandagliare le ragioni per cui certi soggetti combattono pur di tenere a posto svariate forme naturaliste spiccassero nell'aver saputo tenere testa a forze molto più forti e grandi, come un sonetto imparziale che predomina su certi aspetti economici e sociali. Ma, a parte tutto questo, l'aria misera, malinconica ed abbandonata che avanza a stento, fiorisce lentamente, quasi a tentoni, disseminata tutt'attorno come piccoli indizi. Eppure, di motivazioni ce ne sono a dismisura e queste mie inutili osservazioni, che tuttavia evidenziano aspetti importanti del romanzo, prendono forma in atti controversi e contradditori che, fra pregi e difetti, bellezza e bruttezza, luce e oscurità, non falsano tuttavia la sua concretezza.
Non certamente la lettura memorabile che avrei voluto, ma sempre meglio di una cocente delusione. Dickens, dopo questo romanzo, non credo si farà più atto nel proprinarci altri romanzi del genere, poiché Le due città furono l'unico ritratto storico propiziatoci. Eppure, e malgrado tutto, non ha condizionato il mio animo, le mie conquiste precedenti, mettendoci una pietra sopra e andando avanti.
Stavolta cedere non è stato impossibile, e anche se non quella pulsazione forte e incontrollata il cui eco echeggerà prepotentemente nella mia memoria, ha attratto la mia attenzione. E niente ha potuto distogliermi.
Come sempre, le due città ritratte da Dickens hanno avuto un loro modo di presentarsi, di farsi vedere al loro meglio, specchio che ha riflesso l'anima di chiunque, rappresentazione unanima iniziata con diffidenza, che si è fatta strada lungo i corridoi bui della mia coscienza per il suo bisogno di comprendere certe cose, perché la supremazia di un Re è il concentrato nonché le conseguenze di tutto quel che i cittadini dovranno far conto: la sua efficienza, la sua sporcizia, il suo disordine. E Dickens evidenzia questo rapporto, così maestoso e contorto, per le disarmonie sprigionate nel suo insieme, da un umile e richiesto medico di città che, assieme a tutti gli altri, contrasta nuove regole, nuove innovazioni.
Il tutto condensato in una visione disordinata e curiosa, che lascia vedere un umile e modesto frammento di storia che nonostante tutto mi ha fatto perdere le mie tracce. Cerchio politico e sociale che è un ingranaggio arido, crogiolante, stridulo che ci induce a vivere in un mondo a parte, fra tenebre e sogni, nella bruma incoerente di incubi che fanno vacillare ogni contorno, aggrinzire ogni forma, dilatando le cose come chimere e gli uomini come fantasmi.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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