Importante ma noioso!
Questo è un romanzo epistolare di Ugo Foscolo, purtroppo scritto in uno stile e con una tecnica assolutamente desueti. Parla di un personaggio Jacopo Ortis che si trova in esilio ed è sostanzialmente l'equivalente di un testo di denuncia. Più che altro si tratta di un romanzo di rilevanza storica e non una di quelle letture che si fanno volentieri per la trama. Anzi se ci dovesse attenere solo a quella il livello sarebbe piuttosto basso, anche perché è l'intreccio è ridotto e lo stile epistolare non aiuta per niente nella costruzione di una narrativa interessante. È e rimane un importante esempio della letteratura italiana una lettura indispensabile per comprendere la situazione dell'800 nella penisola divisa e sotto l'oppressione austro-ungarica. In tutta sincerità però se non siete studenti obbligati a leggerlo a scuola dubito che possiate trovarlo piacevole, anche perché lo stile di Foscolo è pesante e non riesce a raggiungere in maniera approfondita un livello narrativo coinvolgente. Rimane un'importante testimonianza storica, ma sinceramente come romanzo non è un granché. Dal punto di vista della trama, se per comprendere la situazione dell'Italia al tempo della dominazione austro-ungarica vi deve servire questo romanzo, fate molto prima a leggerne il riassunto piuttosto, che è a perdere tempo la sua scrittura epistolare con decisamente noiosa.
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