Opinione su Macbeth - William Shakespeare: Macbeth: ovvero la tragedia del potere
Macbeth: ovvero la tragedia del potere
03/02/2019
Vantaggi
La tragedia del "potere": un tema di grande attualità
Svantaggi
Direi che l'unico "svantaggio" sarebbe quello di non saper leggere il messaggio che Shakespeare ci lancia dal profondo dei secoli
Però, a partire dall' "Amleto", qualcosa muta vistosamente nella poetica scespiriana, che si votò espressamente a una "descrizione" assolutamente negativa del "potere". Ma non tanto del "potere" in sé e per sé, ma della "brama" di potere, che conduce i personaggi a non fermarsi di fronte a nulla per di conseguirlo: non trattenendosi, per farla breve, neppure dal delitto più efferato.
Già nell' "Amleto" s'è visto come un fratello "Caino" uccide il fratello pur di impadronirsi del trono; qui, con "Macbeth" il tema fondamentale della tragedia è lo stesso: un uomo e una donna, "i Macbeth", che pur di raggiungere l'agognato potere ricorrono sempre e comunque al delitto. Nella coppia, il marito non è forse il personaggio peggiore, anche se lo si potrebbe accusare di pochezza d'animo, e di farsi trascinare verso il delitto dalla moglie, Lady Macbeth, figura di gran lunga più sinistra di quella del marito.
A monte dei delitti perpetrati dalla coppia "satanica" stava una suggestiva "profezia" fatta a Macbeth da tre streghe, che gli avevano predetto che sarebbe diventato re; al tempo stesso però le streghe suddette gli avevano insinuato nella mente che il suo principale rivale nel "mantenimento" del potere sarebbe stato il suo "fido" amico Blanquo, e la di lui discendenza.
Macbeth e la moglie, assetati di potere, sono tormentati dalla profezia secondo cui Macbeth avrebbe perduto il trono: di qui dunque l'uccisione di Banquo. La "sterzata" di Shakespeare dalle commedie "di carattere" a quelle che sono state giustamente definite le "Dark Comedies" indicano chiaramente che nel Poeta qualcosa di definitivo era accaduto.
Probabilmente, la frequentazione assidua della Corte d'Inghilterra lo aveva reso sempre più consapevole di cosa s'era capaci pur di raggiungere il "Potere". Qui mi sovviene di una scena di cui fu protagonista Orson Welles in "Quarto Potere", quando il protagonista, reso ormai folle dall'ansia di potere, con gli occhi fuori dalle orbite, esclama, per ben tre volte:
"Il Potere, il Potere, il Potere".
Tutto ciò per dire che Orson Welles, gran conoscitore di Shakespeare, aveva perfettamente capito il "messaggio" che questi aveva voluto lanciare con le sue "Commedie Nere": un messaggio di condanna per quanti bramano il potere "per il potere", e perciò sono disposti a qualsiasi efferatezza pur di conseguirlo.
Direi, in conclusione, che la tragedia del "potere" di William Shakespeare è quanto mai attuale e, oserei dire, "contemporanea": basta guardare a cosa succede, oggi, in giro per il mondo. E non aggiungo verbo.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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