Opinione su Maniac: Paradossale

Paradossale

05/10/2018

Vantaggi

Un viaggio simbolico e strambo nella psichiatria

Svantaggi

Alcune tematiche un po' ripetitive


Netflix me l'ha consigliata e forse dovrei preoccuparmi. Si tratta di una mini-serie composta da 10 episodi che durano dai 30 ai 50 minuti circa.
Ambientata in uno strano futuro a metà fra la fantascienza e gli anni 80, ci mostra un particolare esperimento mentale in cui vengono reclutati dei soggetti con diverse problematiche personali e psichiatriche. Il tentativo è quello di guarirli con un mix di farmaci ed esperienze virtuali orchestrate da un'intelligenza artificiale cosciente, tale Gertie, che però a un certo punto inizia a manifestare delle anomalie...
E' difficile scegliere un punto da cui partire per recensire questa breve serie. L'impressione che avrete dopo il primo episodio, ma anche dopo il quinto e anche dopo il finale, è "cosa ho appena visto?!".
Perchè ha una sua coerenza e ha anche dei significati che spiegherò brevemente, ma l'intero svolgimento, il ritmo, i personaggi e gli eventi portano tutti a una sola parola: paradossale. Non solo surreale, proprio paradossale.
Il fulcro della narrazione sono i due protagonisti, Annie (Emma Stone) e Owen (Jonah Hill), ognuno con le proprie patologie e sofferenze, che però proprio grazie a esse troveranno un punto di contatto e forse un modo per uscire dallo stagno vischioso delle rispettive vite disastrate. Al loro disagio fa da coro il disagio dell'AI e anche del suo creatore, il dott. Mantleray, che ha sviluppato un'affettività distorta a causa della madre soffocante (e il cui doppiaggio italiano fatto dall'onnipresente Iansante regala un tratto di personalità in più).
Il ritmo è incostante, con episodi molto molto strampalati che girano sempre attorno allo stesso tema: vivere il lutto, liberarsi dell'amore tossico, accettarsi per come si è, considerare il trauma un punto da cui ripartire. Non sono cose stupide, infatti non la giudico una serie sciocca, anzi. Casomai maniacale proprio come il suo titolo, un viaggio nella simbologia di menti poco sane ma con qualche tratto in cui tutti ci possiamo riconoscere.
Questo continuo battere e ribattere il chiodo sempre sulla stessa sequenza, cioè il non riuscire a elaborare il proprio trauma, può risultare ossessivo per chi guarda ma ha un suo significato espressivo e una sua verità. I traumi sono proprio così: cerchiamo continuamente di riviverli e riproporceli nel tentativo di superarli, a volte con scarsi o nulli risultati.
Non è una serie per tutti, vi avviso, e può risultare un po' ostica da capire, ma consiglio di sospendere il giudizio e avere un approccio in stile "Alice nel paese delle meraviglie", dove l'assurdo-schizofrenico in realtà è lì per una ragione e tutto sommato può interessare lo spettatore.

Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.

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exelidin

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Altre opinioni degli utenti su Maniac

  • jimorris
    opinione inserita da jimorris il 08/12/2018
    Sono un appassionato di telefilm, così non potevo perdermi questa nuova serie con un cast d'eccezione. Tuttavia non mi ha convinto fino in fondo. I protagonisti sono Annie, giovane donna che non riesc...
    Continua a leggere >
    ambienti, cast, personaggi
    sviluppo e storia confusa
  • millifly
    opinione inserita da Anonimo il 13/11/2018
    Maniac è una serie esclusiva Netflix apparsa sul catalogo da qualche mese, che si è fatta notare soprattutto per il cast primi tra tutti Emma Stone, vincitrice lo scorso anno dell'Oscar per Lalaland e...
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    buone le premesse
    poco chiaro lo sviluppo