Opinione su Match Point: Ho la competizione nel sangue. Ti disturba?
Ho la competizione nel sangue. Ti disturba?
13/06/2020
Vantaggi
“Preferisco avere fortuna che talento”, percepì l’essenza della vita.
Svantaggi
noooo è bellissimooooo
In Match Point (2005) non troviamo la solita vena comica del regista Newyorchese, ma lo vediamo alle prese con un dramma-thriller con riflessioni filosofiche: la storia ruota intorno al tema del senso dell’esistenza umana, dalla fortuna fino al bisogno di prendere e avere a qualunque costo ciò che vogliamo. Tuttavia sono rintracciabili alcuni elementi caratteristici dello stile di Woody come il suo classico stile nei titoli d’apertura con il carattere di scrittura Windsor su sfondo nero, privo di effetti di scorrimento, e con musica classica e d’atmosfera che riempie il cuore dello spettatore.
Come ogni altro film del regista di Io e Annie si troviamo davanti ad una storia dai contorni filosofici sulla miserabile condizione umana il tutto narrato attraverso una fotografia, supportata da un’ottima scenografia in cui i colori esprimono allegria e non tristezza e rabbia interiori, elementi onnipresenti dentro il carattere del nostro protagonista.
Una piccola curiosità: Il lungometraggio non è stato girato a New York, la città cara a Woody Allen, bensì a Londra. Allen non dà nessun giudizio morale alla fine della storia, ci racconta semplicemente gli avvenimenti attraverso gli occhi del protagonista. Tutta la trama di Match Point ruota intorno al tema della fortuna, già riscontrabile nella sequenza iniziale, in cui si sente la voce del protagonista da fuori campo che esprime il suo modo d’interpretare il mondo, in una visione cruda ma realistica, in cui, in maniera piuttosto sottile si parla del caso che condiziona, in un modo o nell’altro, la nostra esistenza anche se noi non l’ho ammettiamo. Nella vita s’incontra una ragazza o un ragazzo che diventerà essenziale nella nostra esistenza e tutte queste persone, in cui ci imbattiamo nel nostro vagare, vengono incontrate per un avvenimento fortuito e non solo per delle nostre scelte, anche se restano fondamentali. Chris entra a far parte dell’aristocrazia incontrando sul lavoro Tom e si rimette con Noa dopo averla rivista per pura casualità a una mostra d’arte. Tutte le persone che stanno intorno a noi (esclusa la famiglia) ci arrivano per uno strano destino a cui non possiamo sottrarci.
Il caso, la fortuna, il destino ha un enorme potere sulle persone. Nella vita è tutta questione di fortuna, come in una gara di tennis, se la pallina batte il bordo superiore della rete e poi cade dalla parte giusta si vince al Match Point. Tutto è questione di fortuna ed è il caso a dirigere le nostre vite, anche se noi non vogliamo ammetterlo. Le persone si possono trovare, senza saperlo, al momento e al posto giusto, ma anche nel luogo più sbagliato. Chris è un uomo straordinariamente fortunato nella sua esistenza: il suo fascino su Chloe e la sua passione per l’opera gli aprono il mondo al quale aveva sempre ambito. Alla fine di Match Point Chris butta gli oggetti che aveva rubato, per inscenare una rapina, nel fiume, come la fede dell’anziana che però rimbalza sul muretto, non cadendo in acqua. Lo spettatore crede che la fortuna l’abbia abbandonato e che il carcere gli si avvicini, ma la polizia trova l’anello in mano a un drogato che viene incriminato dei due omicidi, al posto di Chris, essendo scagionato definitivamente dall’accusa di omicidio. L’uomo vince all’ultimo round, dando significato al titolo dell’intera pellicola: Match Point.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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