Il migliore tra i remake
Era il 1954 per l’uscita di uno dei primi film a colori della storia del cinema italiano Miseria e Nobiltà, tratto dall’omonima commedia teatrale di Eduardo Scarpetta, un film immortale, arrivato alla sua terza trasposizione, perché la prima era dello stesso Scarpetta del 1914, e per l’epoca la pellicola durava solo una ventina di minuto, poi nel 1940 con un’altra edizione in bianco e nero fino ad arrivare a quella del 1954 con un’esordiente Sophia Loren e il grande, immenso Totò nei panni prima dello sfortunato scrivano Felice Sciosciammocca e poi del nobile principe dai baffi ballerini, ma tanto goloso di gelato. La storia è quella di un giovane marchesino che pur di sposare la sua bella Gemma, ragazza ricca ma borghese ingaggia una famiglia di squattrinati per impersonare i suoi nobili e ostili parenti. Una commedia degli equivoci dalla proverbiale morale e dal commiato finale nel quale Totò si rivolge al pubblico stesso. Un film che ho visto decine di volte e quando è di passaggio in chiaro magari in un canale digitale minore non esito a rivedere volentieri.
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