Difensore di grande affidabilità
Continuando a viaggiare nei ricordi, un aLtro artefice del primo Scudetto napoletano è stato il difensore centrale Moreno Ferrario.
All'epoca non si parlava di difensori centrali, ma di stopper e libero.
ecco Moreno Ferrario era un tenace ed affidabilissimo stopper, ovvero un difensore centrale dedito alla marcatura del centravanti.
Sono i tempi in cui vige sovrana la marcatura a uomo ed in questo fondamentale, anche grazie ad una grande intelligenza tattica, Moreno esprime appieno il suo valore.
Ha vissuto gran parte della sua carriera indossando la maglia azzurra del Napoli.
Alle falde del Vesuvio arriva appena diciottenne, proveniente dal Varese.
pronti via e si ritaglia subito un posto da titolare inamovibile.
Dopo un paio d'anni di permanenza, ha anche la grande fortuna di vedersi affiancato da un fenomeno assoluto come Ruud Krol.
Grazie all'apporto del fuoriclasse olandese, il Napoli si propone come aspirante credibilissimo allo Scudetto.
Al suo fianco il giovane difensore cresce sensibilmente, soprattutto per quanto concerne il senso di posizione e la coordinazione dei movimenti in fase difensiva.
Nel 1981 il grande risultato sembra alla portata.
E' proprio in tale situazione, Ferrario, purtroppo, gioca un ruolo nefasto.
Il campionato è in dirittura di arrivo e il Napoli si sta giocando il primato.
Al San Paolo arriva il già retrocesso Perugia.
La partita sembra già vinta ed, invece, accade l'imponderabile.
Il Perugia espugna il catino di Fuorigrotta per 1-0 e a mettere a segno il malaugurato autogol è proprio Moreno.
Via libera alla Juventus e addio allo Scudetto (almeno ancora per qualche anno...).
Nonostante questa macchia, l'avventura azzurra del difensore lombardo continua.
A Napoli approda il grande Diego Armando Maradona e Ferrario continua a presidiare la retroguardia azzurra.
Al suo fianco si posiziona Alessandro Renica, libero dalle lunghe gambe e dal senso tattico eccellente.
Finalmente arriva anche l'agognato e meritato Scudetto, giusto coronamento della sua esperienza partenopea.
SI ricorda in questa indimenticabile stagione anche un suo gol a Torino, contro la Juventus, nel 3-1 che regala la consapevolezza al Napoli di poter diventare campione d'Italia.
Sfiora anche il secondo, ma il Napoli toppa alla grande nelle ultimissime giornate e regala, di fatto, il campionato al Milan di Sacchi.
Questo evento sancisce anche l'addio di Moreno al Napoli.
Paga insieme a Salvatore Bagni, Bruno Giordano e Claudio Garella la ribellione ai danni del tecnico Ottavio Bianchi, considerata la vera causa dell'avvilente finale di campionato.
Dopo 11 stagioni da protagonista assoluto e 396 partite disputate (quarto assoluto nelle classifiche "all time" della SSC Napoli), si trasferisce alla Roma prima (una sola stagione con 12 presenze) e all'Avellino poi, dove rimane fino al 1991.
I tempi della gloria ormai sono alle spalle.
Gli anni cominciano a farsi sentire e il ruolo diventa quello di comprimario.
Conclude poi la sua carriera nelle serie minori.
Per quanto concerne il suo rapporto con la Nazionale, sembra incredibile, ma non ha mai avuto la soddisfazione di vestire la maglia della Nazionale maggiore.
Ha giocato con l'Under 20 e con l'Under 21, nonché con la Nazionale Olimpica, ma non è stato mai preso inconsiderazione per la rappresentativa maggiore.
Certo nel suo ruolo ha dovuto sopportare la concorrenza di Fulvio Collovati prima e Riccardo Ferri poi, ma resta il fatto che la sua mancata convocazione ha creato più di qualche polemica.
Moreno Ferrario resta ancora oggi uno degli ex calciatori più considerati ed amati dalla tifoseria.
La sua serietà, il grande attaccamento alla maglia e il carattere gioviale, lo hanno introdotto in pianta stabile nel cuore dei supporter partenopei.
E' spesso ospite di programmi radiofonici e televisivi locali, nei quali è apprezzatissimo opinionista.
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