Opinione su Moshi moshi di Banana Yoshimoto: SCUSAMI, SONO UNA BAMBINA

SCUSAMI, SONO UNA BAMBINA

08/05/2020

Vantaggi

Un punto a favore del libro è il modo in cui riesce a far immergere il lettore nella realtà che vivono i personaggi, sembra quasi di poterli toccare, forse dovuto anche allo stile molto descrittivo e in cui non mancano mai i dettagli e la descrizione delle piccole cose della quotidianità

Svantaggi

purtroppo anche un limite in quanto a un lettore amante delle narrazioni veloci e delle trame avvincenti e molto elaborate potrebbe, in alcuni punti un po troppo lento.


Il libro tratta di amore, tradimento, vita quotidiana e del tema della morte in modo abbastanza equilibrato.
L’autrice ha uno stile narrativo tendente all’introspezione quindi è consigliato a chi già ha letto qualcosa della stessa o è amante dei libri che descrivono gli stati d’animo.
L’evento iniziale è il trasferimento di Yocchan, la protagonista, dalla casa dei genitori in un appartamentino sito nello stesso quartiere dove lavora come cameriera in un locale di cucina francese.
Questo evento avviene poco dopo la morte del padre, avvenuta in circostanze drammatiche, si tratta di un suicidio compiuto con l’amante, una donna della cui esistenza né la figlia né la moglie di lui erano a conoscenza.
Esse quindi subiscono non solo lo choc della perdita ma anche quello dell’abbandono, ovviamente vivono il lutto in modo diverso. La figlia si rimprovera di non aver sospettato nulla e non aver fatto niente per evitare la morte del genitore, si sente in colpa per essere stata distratta e superficiale.
La madre invece si sente umiliata e defraudata per via del tradimento e ha perso i punti di riferimento della sua vita. Decide quindi, non sopportando più di vivere nella casa di famiglia, di chiedere asilo alla figlia, trasferendosi a vivere nel minuscolo appartamento che quest’ultima ha preso in affitto.
Cambiando quartiere e sforzandosi di vivere normalmente la loro quotidianità sembra che le loro anime inizino a ricomporsi pezzo dopo pezzo. La madre fa la conoscenza dei negozianti del nuovo quartiere e finisce per essere assorbita dalla nuova aria che vi si respira. La narrazione infatti sembra ruotare proprio attorno al quartiere di Shimokitazawa e lo rende quasi un entità viva e compartecipe delle vite dei suoi abitanti, tant’è vero che il titolo originario dell’opera è Moshi moshi Shimokitazawa.
Yocchan fa la conoscenza di Aratani, un avventore del ristorante che sembra conoscere particolari riguardanti la morte del padre di lei.
Essendo coetanei tra i due sembra nascere una storia d’amore ma i dubbi della ragazza e la sua situazione emotiva agiscono da freno. Inoltre non è sicura dei sentimenti che prova verso di lui.
Solo alla fine del libro, dopo aver affrontato ed elaborato il lutto, scoprirà quali sono i suoi veri sentimenti e a chi sono realmente diretti.
Un punto a favore del libro è il modo in cui riesce a far immergere il lettore nella realtà che vivono i personaggi, sembra quasi di poterli toccare, forse dovuto anche allo stile molto descrittivo e in cui non mancano mai i dettagli e la descrizione delle piccole cose della quotidianità, quest’ultimo però è purtroppo anche un limite in quanto a un lettore amante delle narrazioni veloci e delle trame avvincenti e molto elaborate potrebbe, in alcuni punti un po troppo lento.

Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.

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    opinione inserita da Anonimo il 13/02/2020
    Moshi Moshi è un libro giapponese di Banana Yoshimoto, letto anni fa quando mi piaceva molto di più questo filone di letteratura e ho recuperato molto della bibliografia di questa autrice. Moshi Moshi...
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    se piace la letteratura giapponese
    nessuno
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    opinione inserita da hobbit il 30/04/2019
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