Opinione su Niki Lauda: Un grande Campione della F1

Un grande Campione della F1

09/01/2020

Vantaggi

Un esempio di grande sportivo

Svantaggi

nessuno


La mia opinione su Niky Lauda pilota risente inequivocabilmente dei primordi del mio seguire la formula uno tramite riviste specializzate, una passione nata negli anni sessanta quando ho visto correre piloti dimenticati come Geky Giacomo Russo, Ernesto Brambilla, Jochen Rind, Il barone Von Tripps, Silvio Moser, Ignazio Giunti, Nanni Galli, Lodovico Scarfiotti. Molti di questi gentleman ho avuto l'onore di vederli correre dal vivo a Imola e in altri circuiti sparsi sulla nostra penisola. L'avvento di Lauda è avvenuto in maniera sistematica, ma abbastanza spericolata. Il buon Niky infatti, bruciò le tappe e si indebitò parecchio con le banche austriache per potersi pagare dapprima una Cooper Mini ma poi anche una monoposto Cooper, tanto che a un certo punto la sua carriera parve naufragare. Fortuna volle che dopo alcune incolori gare con monoposto decisamente poco performanti, arrivò il grande vecchio, parlo di Enzo Ferrari, che lo accolse nell'ovile della sua scuderia, impegnandosi non solo economicamente con il pilota austriaco ma anche caratterialmente, dato che Niky aveva un carattere a dir poco impossibile.
Eppure il talento nascosto sotto una piccola coltre di impossibili sfide attuate a bordo di monoposto disdicevoli, non tardò ad emergere.
Lauda portò alla Ferrari il titolo mondiale e purtroppo anche un grande spavento quando, al Nurburgring, vecchio Layot, rischio di perdere la vita fra le fiamme della sua Ferrari.
A salvarlo il grande ed eroico pilota Arturo Merzario che senza indugiare trasportò un incosciente Niky lontano dalla sua monoposto incendiata.
Di quell'episodio, Lauda, per molti anni non parlò se non con disprezzo. Diceva che un vero pilota non si sarebbe fermato ad aiutarne un'altro vittima di incidente di gara. Merzario abbozzò anche quando lo stesso Lauda ne rinnegò il gesto pubblicamente. Nel racconto che fece in un suo libro narrò che in quei quaranta giorni di Ospedale aveva impresso al suo fisico una disciplina ferrea. Avendo respirato materie plastiche che poi si erano solidificate nei suoi polmoni, disse che ogni giorno doveva triplicare le richieste dei medici impegnati a farglielo espettorare.
Morale che, all'ultima gara in Giappone, Lauda si presentò al pubblico in modo sconvolgente. Il viso ustionato, la testa senza i capelli,la parte destra, forse la più offesa dal fuoco, irriconoscibile e sanguinante.
Ma lui indossò il suo casco e si immerse nella Ferrari sotto il diluvio salvo poi ritirarsi al quarto giro, consegnando il Mondiale a James Hunt, altro personaggio speciale e storico della Formula uno.
Lauda affermò senza pregiudizi di sorta di aver avuto paura a tal punto da doversi ritirare. Molti pensarono che in realtà a sconfiggerlo fu il dolore delle ferite ancora aperte e drammatiche che gli deturbarvano il corpo e l'anima.
Negli anni poi, Lauda incontrò un Merzario invecchiato ma ancora attivo nello sport automobilistico, sia come pilota sia come manager di scuderia.
Gli riconobbe quel merito che in passato gli aveva negato: gli aveva salvato la vita e lui, il vecchio Lauda, gliene era finalmente grato. Merzario non nascose mai la sua ammirazione per Niky ed era comunque conscio di come avesse cambiato in positivo il destino del grande pilota tedesco.
Lauda vinse per mezzo punto un mondiale combattutissimo contro Alain Prost con la McLaren che ambedue guidavano.
Lo vinse al rientro dopo qualche anno di pausa in cui si era impegnato a seguire l'ingrandirsi del suo regno votato all'aeronautica. Fondò la Lauda Air e divenne Comandante della sua flotta. Poi il tarlo della passione lo ricondusse alla guida di una monoposto.
In formula uno ha vinto tanto se si considera che allora un Campionato si svolgeva su un range di sei o sette gare all'anno.
Oggi si pensa che nel 2020 se ne svolgeranno almeno venti e questo la dice lunga sul come le stistiche possano penalizzare i piloti del passato.
Del resto erano anni in cui ogni pilota, di formula o di motociclismo, viaggiava con sempre in valigia un abito scuro che doveva servire sia per cerimonie di premiazione come a Montecarlo ad esempio, ma anche per poter essere seppelliti in caso di incidente. Le macchine allora prendevano fuoco facilmente e anche le barriere erano pericolosissime. Pensate al povero Courage, figlio di un mastro birraio inglese che alla guida della sua De Tomaso F1 perse la vita fra le fiamme tanto che i vigili del fuoco di allora dovettere ricoprirlo di terra insieme all'auto per domare l'incendio.
O il giovane Rollinson che morì a Zandsfort in Olanda. Ancora il povero Francoise Cevert che come altri finì decapitato dal guard rail.
Oggi i piloti possono guidare molto più tranquilli, rischiando mediamente meno di un automobilista in autostrada. Ed è un bene dato che ricordo la tristezza delle tante disgrazie passate.
Anche Lauda ci ha lasciato e mi sento di dire che comunque ha insegnato molto aglli sportivi praticanti le discipline motoristiche.
Una volontà e una passione sconfinata per i motori!


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Altre opinioni degli utenti su Niki Lauda

  • briciola
    opinione inserita da briciola il 09/02/2016
    Niki Lauda è stato uno dei migliori piloti di sempre, era un calcolatore, un pilota che non lasciava nulla al caso ed era un vincente. Ha vinto 3 Mondiali che, senza un pauroso e drammatico incidente ...
    Continua a leggere >
    coraggioso e vincente
    un incidente drammatico gli ha fatto perdere un Mondiale
  • fb-edoardoderosa
    opinione inserita da Edoardo de Rosa il 07/02/2016
    Credo in pochi non conoscano Andreas Nikolaus "Niki" Lauda. Pilota austriaco che tra gli anni Settanta e Ottanta ha dettato legge in Formula 1. Vero professore in pista, capace di calcolare al millesi...
    Continua a leggere >
    Professore delle piste
    Non ha mai brillato per simpatia