Un libro che ha ferito profondamente la mia sensibilità di lettrice!
Qualche tempo fa su un social vidi per caso un breve passo di Non posso avvicinarmi a meno di dieci metri da te, dell’esordiente Sandra Rotondo.
Storsi il naso, in quell’estratto si leggeva di una storia proibita in cui lui aveva diciannove anni e lei dodici, differenza d’età non contemplata nella mia costellazione di valori.
Volendo vederci più chiaro mi sono cimentata in quella lettura, poteva essere che avessi frainteso il messaggio che l'autrice voleva mandare con la sua opera...
Purtroppo, NON solo la mia impressione negativa si è confermata, ma è peggiorata al punto da lasciarmi sconcertata!
Infatti, prima della storia vera e propria, si legge della sfida a NON RITIRARE LA MANO DI FRONTE ALLA SENSUALE INNOCENZA DI UNA MERETRICE INVIOLATA... oltre al fatto che le dodicenni, nella maggior parte dei casi, NON hanno ancora smesso di giocare con le bambole son poco più che bambine, più sconvolgente ancora è che, il protagonista maschile all’inizio della vicenda abbia DIECI ANNI e la bimba TRE!
Diventato un giovane uomo ricorda la piccola parlandone come si parla dei dolciumi che, esposti nelle vetrine dei negozi, fanno venire L’ACQUOLINA IN BOCCA… Si legge, tra le righe della narrazione, di uno sguardo liquido che buca il fiato, può un bambino di 10 anni vivere una treenne in questo modo? E’ lecito tratteggiare i personaggi in questo modo?
Tante sono le cose che NON mi sono piaciute di questo scritto di Sandra Rotondo che, per quanto profondamente son rimasta nella sensibilità di lettrice, NON RIESCO A CHIAMARLO LIBRO!
Personaggi privi di credibilità nello sviluppo psicosessuale, si rimane sbigottiti e sgomenti quando la domestica della storia, per giunta sbattendo le mani entusiasta, caldeggia fidanzamento fra i due bambini.
Tante le vicende raccontate in Non posso avvicinarmi a meno di dieci metri da te, che, per usare un eufemismo, NON mi son piaciute, in aggiunta, a un attento esame, qualche inesattezza linguistica lascia davvero perplessi per l’inopportunità dei termini linguistici scelti, come nel caso del termine placcare che appartiene al mondo del rugby.
Non posso avvicinarmi a meno di dieci metri da te, un libro che mi dispiace di trovare in commercio.
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