Opinione su Paolo Di Canio: Grande talento non valorizzato a pieno
Grande talento non valorizzato a pieno
03/01/2017
Vantaggi
Ottima tecnica e grande generosità.
Svantaggi
Carattere difficile e atteggiamenti discutibili.
Ma chi ha superato abbondantemente la trentina ha avuto anche il piacere di godere di un calciatore eccezionalmente talentuoso, seppure dal carattere tutt'altro che semplice e gestibile.
Cresciuto calcisticamente nella Ternana, approda non ancora ventenne alla Lazio.
Per la tifoseria bianco-celeste diviene un vero e proprio idolo, anche per i comportamenti non proprio irreprensibili che lo contraddistinguono.
Soprattutto nella fase giovanile, manifesta apertamente il suo credo fascista, incorrendo in non poche polemiche.
In molti ritengono che la sua non chiamata in Nazionale sia da ricondurre in buona parte proprio a questa sua discutibilissima condotta.
Dotato di una tecnica sopraffina, esprimeva il meglio di se come esterno d'attacco destro.
Grintoso e veloce, ha confermato le sue grandi doti anche nelle militanze successive.
Prima alla Juventus, poi al Napoli e al Milan.
In particolare a Napoli, sotto la guida di un rampante Marcello Lippi, vive una stagione spettacolare, diventando un beniamino dei supporter partenopei.
Proprio in ragione di questo exploit, viene ingaggiato dal Milan di Capello.
A Milano, pur riuscendo a conquistare uno Scudetto e una Supercoppa europea, non lega con l'arcigno allenatore e decide di provare l'esperienza all'estero.
Vola prima in Scozia, al glorioso club dei Celtic.
L'approccio è eccezionale.
Di Canio si impone come uno dei migliori calciatori in assoluto della lega.
Le sue 12 segnature in 26 partite rappresenta la più evidente manifestazione della sua ottima stagione.
Gli si spalancano le porte della Premier League.
Approda prima allo Sheffield Wednesday, dove rimane una stagione e mezza e poi al West Ham.
E' proprio qui che raggiunge la sua apoteosi professionale.
Quattro anni e mezzo ad altissimo livello, che lo hanno portato ad essere uno d3ei calciatori più amati in territorio inglese.
Anche nella sua esperienza britannica, naturalmente, non sono mancati eccessi in positivo e negativo.
Gesti di grande correttezza e fair-play si sono alternati a perniciosi eccessi di rabbia.
Insomma, il solo Paolo Di Canio, croce e delizia dei suoi allenatori e dei suoi club.
Per chiudere alla grande la sua pittoresca carriera, non poteva non ritornare a vestire gli amati colori della sua Lazio.
Nella città capitolina, sponda bianco-celeste, torna trentaseienne.
Nonostante l'avanzata età (sportivamente parlando) vive due ottime stagioni, durante le quali il suo talento cristallino emerge ancora nel suo pieno splendore.
Alla soglia dei quarant'anni, vive le sue ultime annate in serie C2, alla Cisco Roma, prima di intraprendere l'attività di allenatore.
Dopo un buon esordio sempre in Inghilterra, vira sulla carriera di commentatore televisivo.
La grinta riportata in campo la traspone anche in questa nuova attività, così come alcune dichiarazioni tutt'altro che irreprensibili.
Resta l'immagine di una persona vera, spigolosa ma estremamente schietta.
A mio avviso, calcisticamente parlando, ha raccolto molto poco in rapporto alle sue doti.
Gli atteggiamenti sopra le righe, l'irascibilità e la scarsa propensione ad accettare imposizioni, ne hanno fortemente limitato il rapporto con i vari allenatori incrociati in carriera.
Negli ultimi tempi, ormai alla soglia dei cinquant'anni,sta rivedendo il suo modo di vedere la vita.
Proprio negli ultimissimi giorni, sono arrivate delle sue dichiarazioni volte a sottolineare i tanti errori commessi durante la sua vita.
Un atto di maturità che, però, non cancella la sensazione di un ottimo calciatore che avrebbe potuto avere molto di più dalla sua carriera se avesse contenuto le sue imperfezioni caratteriali.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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