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1 Opinioni per Ponte del Cervaro - Gombola di Polinago (MO)
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  • michelafgm
    Storia, Vita e Futuro
    opinione inserita da michelafgm il 04/07/2020
    Il "Ponte del Cervaro" è un ponte situato nel comune di Polinago sul Rio Cervaro (provincia di Modena). La zona in cui si situa è molto antica, nota come "Ospitaletto", in quanto dall'epoca dei primi pellegrinaggi dal nord Italia e dall'Europa verso Roma, era considerata una località nota come luogo che li ospitava con servizi di rinfocillamento, di cura degli eventuali cavalli e anche per le cure mediche. Da quell'antica tradizione deriva il Ponte del Cervaro-Gombola, memore di tempi antichi in cui gli Appennini modenesi erano attraversati da pellegrini non solo di tutta Italia, ma di tutta Europa. Polinago (Pulinêg in dialetto frignanese) è un comune italiano di 1 644 abitanti della provincia di Modena in Emilia-Romagna, situato a sud del capoluogo. Fa parte dell'Unione dei Comuni del Frignano, che ha il proprio capoluogo a Pavullo nel Frignano. Durante il periodo medioevale la zona fu soggetta al dominio di potenti famiglie, dapprima i conti Da Gombola (di cui rimane il castello nella frazione di Gombola) e quindi la famiglia Montecuccoli di Pavullo. Fino al Risorgimento Polinago fece parte del ducato degli Este. Dopo il periodo napoleonico Polinago diventa comune autonomo, tranne che per un breve periodo nel secolo XIX, durante il quale è annesso al comune di Sassuolo. Durante la seconda guerra mondiale il territorio comunale fu teatro di violenti scontri, anche per la vicinanza alla linea Gotica, ed il 12 ottobre 1944 subì una rappresaglia nazista e fu in parte distrutto. Oggi, purtroppo il ponte Cervaro è pressocchè abbandonato così come sembra esserlo la sua memoria e storia. Dalle preziose note manoscritte "La storia mai scritta del Comandante Marcello Partigiano Azzurro” Di Terenzio Succi e Franco Adravanti. Ponte Cervaro: L’inferno del 10 maggio 1944 dove nel pieno svolgersi della seconda Guerra Mondiale, quelle zone e i loro abitanti, sono stati protagonisti di tragiche follie, violenze, atti di inumana crudezza ma anche spirito di solidarietà, sacrificio e voglia di riscatto. Sono particolarmente affezzionata a quei luoghi, probabilmente perchè una parte di me ne appartiene. Mio papà era tra quei "ragazzini" che tra sparatorie, incuriosioni degli eserciti, povertà estrema, fame, elemosine, violenze ecc...sono riusciti a sopravvivere e raccontare questi preziosi spezzoni di realtà del nostro paese. Oggi, il ponte è abbandonato e poco curato. Sarebbe bello poterlo tornare a far visitare e conoscere. Un luogo talmente prezioso da essere come un tesoro nascosto. Non laciamolo andare! che il comandante Marcello ha lasciato, vergate con una calligrafia fine e stretta, possiamo rivivere i tragici avvenimenti del 10 maggio 1944. “Data che resterà memorabile nella storia della vita partigiana nel modenese”, come egli stesso si esprime:
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