Opinione su Quel che resta del giorno - Kazuo Ishiguro: ESSENZA APPARENTE
ESSENZA APPARENTE
11/05/2020
Vantaggi
Un viaggio in auto tra alcuni paesini della campagna inglese ed è tutta una scoperta
Svantaggi
non ce ne sono è splendido
E’ l’occasione, per l’irreprensibile e misurato Stevens, di rimettere mentalmente ordine negli eventi e negli insegnamenti di un’intera carriera trascorsa, nei suoi anni migliori, a servire Lord Darlington. Ma anche per incontrare nuovamente Mrs. Kenton, che, per sposarsi e metter su famiglia, ha lasciato definitivamente Darlington Hall anni prima.
Se inizialmente stupisce – e non poco – la scoperta che questo particolarissimo romanzo sia opera di un autore giapponese, Kazuo Ishiguro (premio Nobel per la letteratura 2017), nel corso della narrazione questo stupore muta nel suo esatto contrario: ci si rende conto che una tale paternità, per una storia del genere, è quanto di più naturale vi possa essere. Nella figura del perfetto maggiordomo britannico si cela, in controluce, la più alta personificazione del samurai. Il parallelo è illuminante quanto “necessario”: la vita di entrambi trova il significato più elevato nel servire in piena dignità un importante “padrone”, sino al punto in cui tale servizio assurge al rango di vera e propria arte.
Il “servire” come missione che dà luce alla persona: è la scoperta nella quale Ishiguro trascina il lettore attraverso un narrare minimalista e misuratissimo, fatto di piccoli segnali. Particolarmente godibile il confronto, che si dipana negli anni, tra la mentalità di Stevens e quella di Mrs. Kenton, giovane governante di Darlington Hall: un confronto che si consuma spesso nelle ore pomeridiane di riposo trascorse al tavolino di un salotto dove i due sorseggiano la cioccolata e organizzano il lavoro che verrà (quando la storia sarà trasposta al cinema da James Ivory, i personaggi di Stevens e Mrs. Kenton avranno i volti – azzecatissimi – di Anthony Hopkins ed Emma Thompson).
Il samurai anche governa, ed il maggiordomo anche combatte. Entrambi come “servitori”, nel senso più alto e dignitoso.
… E che non venga mai in mente, al preannunciarsi della sera, che ci si sarebbe potuti curare di un altro padrone: se stessi. Che non venga mai in mente!… Per poter continuare a servire, con la medesima scrupolosità e dignità di sempre, per “quel che resta del giorno”.
“Un 'grande' maggiordomo può essere di sicuro solamente colui il quale sia in grado di indicare tutti gli anni di lavoro e dire di aver messo i propri talenti al servizio di un grande gentiluomo – e attraverso costui, al servizio dell’umanità”.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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