Bambino, ragazzo, uomo
Ragazzo Italiano di Gian Arturo Ferrari è uno dei libri finalisti del Premio Strega 2020 e conferma la mia opinione positiva sugli ultimi scrittori italiani: il libro non solo mi è piaciuto come storia, ma mi sono identificata nel protagonista rivivendo molti degli episodi raccontati, come per esempio quando l'autore parla delle prime televisioni con tutti gli abitanti di palazzo che si riunivano a casa dell'unico iniziale possessore.
La storia raccontata è quella della maturazione di un ragazzino che vede lentamente ampliare i propri orizzonti e che si rende conto di come è la società e la storia che gli vive intorno.
Ninni, il protagonista vive a Zerbinate coi genitori, ma il suo cuore è a Querciano (siamo nella campagna dell'Emilia Romagna) al Vaticano, la cascina della nonna e dell'altra parte della famiglia, una cascina dove gli piace da matti vivere e dove si sente libero e più felice.
Poi a poco a poco, il bambino diventa ragazzo e capisce tante cose, anche le differenze sociali che esistono e separano gli stessi ragazzi. Ninni diventa Piero anzi Pieraugusto, il suo completo nome di Battesimo perchè il padre decide che è ora che maturi e diventi un uomo con un nome da uomo.
Gli orizzonti si ampliano ancora di più quando la famiglia si arricchisce negli anni del boom e cambia casa per andare a vivere a Milano in un quartiere tutto nuovo.
In tutti questi passaggi Ninni, l'alter ego dell'autore, dal dopoguerra alla fine degli anni Sessanta vive molte storie e anche quelle più banali lo aiutano a trasformarsi da ragazzino timido, malaticcio e col terribile problema della balbuzie che però non lo condiziona nei voti che sono sempre molto alti in un ragazzo, quasi uomo che ha il coraggio di parlare a braccio davanti ad un'assemblea scolastica senza tartagliare e cominciando a trovare una vera dimensione del sé.
La storia di Ninni che diventa Piero è la storia dei figli del Dopoguerra italiano, una storia che passa attraverso piccoli episodi, fatti non eccezionali, in un'analisi continua dei propri pensieri nel passaggio da una civiltà ancora rurale (l'Italia del preguerra) ad una già industriale, in una Milano coi primi tram elettrici, i bus, gli ascensori nelle case ed è una storia-cronaca di molto di noi Italiani.
Assolutamente consigliato.
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