La seconda vita di Holden.
Questa serie tv mi ha appassionato dall'inizio alla fine, sebbene sia un pò fuori dai nostri radar in quanto italiani ed europei.
Daniel Holden è in prigione da vent'anni per l'omicidio di Hanna, sua ex-fidanzata, improvvisamente viene scagioanto perchè il suo DNA non corrisponde a quello trovato dentro la piccola Hanna e torna a casa da una sorella che non ha mai smesso di lotare e una madre che lo aspettava a braccia aperte, ma non è affatto facile.
La libertà per Holden è più ardua della prigionia perchè venti anni di prigione lo hanno fatto uscire come un uomo di quarant'anni che non è mai cresciuto.
Holden non riesce a gestire le aspettative di quelli che lo amano e nonr egge la pressione di quelli che lo odiano e non sopportano la sua libertà pensandolo ancora colpevole, dentro porta un peso enorme come un macigno.
Una serie tv drammatica davvero intrigante con un protagonista davvero bravo e magnetico capace di reggere sulle sue spalle una storia sottile e profonda che parla dell'America e degli americani.
Il tema del telefilm dovrebbe essere la colpevolezza di Holden e la regia è bravissima a tenere la suspence altra spaizzando continuamente lo spettatore durante il corso delle stagioni, mettendo quest'argomento in secondo piano per mettere alla luce Daniel, si danni che hanno fatto il carcere e l'accusa su di lui e su tutta la sua famiglia, un'accusa che ha rovinato più vita, danneggiato Daniel gravemente facendo capire il dramma della pena di morte.
E' veramente colpevole?
La regia riesce a spostare la domanda sulla filosofia andando oltre attraverso le parole di Daniel "Chi è veramente colpevole?" chi può dire quale sia veramente la verità. Una verità appesa al flebile mondo dei ricordi, flebile e malleabile dal mondo esterno e da chi c'è intorno capaci di convincere anche un ragazzo sotto choc di essere il colpevole di stupro e omicidio, quando lui stesso non ricorda.
La verità cade come un macigno di lentezza giudiziaria dopo vent'anni con una prova di DNA che scagiona Daniel dall'accusa più infamante, almeno per la morale, di stupro. E il resto.
Aden Young costruisce un personaggio, ma anche impsota un ritmo di suspence e dramma che trascinano lo spettatore nella vita danneggiata di un uomo\bambino rotto con perfezione e passione, trascinando tutti intorno a lui verso questo standard, purtroppo non tutti riescono ad essere all'altezza e naturali in questo mondo e stonano nel telefilm rompendo questa sorta di bolla di sapone. Peccato perchè è una storia profonda ricca di spunti di riflessione filosofici importanti che doverebbe spingere tante persone a pensare in tutto il mondo sulla facilità con la quale, soprattutto oggigiorno, sia facile condannare qualcuno ancor prima che sia stato riconosciuto.
Segnala contenuto