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1 Opinioni per Redpassion Kiteboard
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  • hermann5
    Fuori dalla produzione di serie, ma dentro la qualità e la performance.
    opinione inserita da hermann5 il 17/10/2013
    Andare per mare appesi ad un aquilone, “fare kite”, non è facile ma ancora più difficile è costruire in casa “kiteboard” che risultano essere altamente performanti. Di solito, ci si affida a costruttori noti più o meno blasonati da successi sportivi, a “brand” pubblicizzate da “testimonial” d’eccezione che di eccezionale anche costi e ingaggi. Occorre premettere che in ogni disciplina sportiva praticata con l’indispensabile utilizzo dell’attrezzatura, specie se praticata a livello individuale, si associa il successo del campione all’utilizzo di quell’attrezzo. Quindi, anche nel “kitesurf” si sta verificando quello che si è già verificato nello sci o nel tennis, fin dagli anni ‘70. Tuttavia, gli attrezzi sportivi non sono “bacchette magiche”… però l’illusione conta! Conta e costa. Qui invece vogliamo trattare di una piccola produzione artigianale, che forse farebbe più cool definire “custom” o “self made”, ma non cambierebbe la sostanza. Quindi, prendete un ragazzo di neanche trentanni che, come ogni kiter, è stato attaccato dalla “scimmia kite” e che, inoltre, è dotato di una manualità eccellente: riesce a concretizzare in modo perfetto ciò che gli viene in mente. Prendete questo ragazzo, anche piuttosto testardo, che si propone la fatidica domanda: perché no? E non si lascia intimorire dagli immancabili “ma ti pare che ci riesci…”, oppure dai “…ma chi te le comprerà mai?”…”ma per la garanzia come fai?”…”ma la grafica è troppo eccentrica!”… in somma, tutti quei dubbi che se avessero vinto nella testa di qualcun altro useremmo ancora il pallottoliere alla luce della candela! Si, è una provocazione che però serve a dare merito a chi anche in tempi di crisi globale non si è pianto addosso, non ha abbaiato alla luna ma ha avuto il merito di rimboccarsi le maniche (qui è proprio il caso di dirlo) e di utilizzare i tempi inattivi provocati dalla crisi come risorsa per poter “convertire” il proprio mestiere orientandolo in una direzione più “glamour” quale quella dello “strumento da sport estremo”: costruire tavole da “kitesurf”. Costruirle, modificarle e poi testarle in Brasile… tutto ciò ha un nome: “Red Passion”, che in italiano suona come PierPaolo da Anguillara Sabazia, Lago di Bracciano. PierPaolo è ragazzo come noi, dopo averlo conosciuto pensi che sia tuo amico da sempre, è un appassionato cultore del “kitesurf”, non per niente è un Istruttore IKO. Però PierPaolo è uno che se vuole una tavola con certe caratteristiche non è che va a spendere migliaia di euro alla ricerca della novità “un pelino più rigida, un attimo più reattiva” come spesso si sente sulle nostre spiagge da personaggi superiperattrezzati che però: “oggi non esco, non c’è molto vento…” oppure “oggi non esco, sarei troppo soprainvelato…”. No, PierPaolo se ha in mente una certa performance si costruisce la tavola da solo, se la prova e poi la consiglia a chi lo contatta con la semplicità e la naturalezza di chi sa molto bene di cosa si stia parlando. PierPaolo è uno dei pochi che “fa cose serie, senza prendersi sul serio” e così pian piano si è fatto conoscere nel pianeta kite della Capitale dove non è facile farsi largo. La qualità è ottima e le performance pure: prendiamo la divisibile. Portare in valigia una tavola divisibile costituisce una “goduria” che solo il kiter appassionato conosce e apprezza: partire con la propria tavola senza dover pagare 200 euro tra andata e ritorno (con il rischio di perdite, danni etc.). La Divisibile è, anzi sono due tavole unite sovrapposte (75 x 40) con bordo a scalare, fissate con dieci dadi in acciaio e relative boccole (totale 140 x 40). La porti ovunque, peso minimo, performance strepitose (please, vedasi i commenti spontanei di diversi kiter sui forum tecnici!). Oppure, prendiamo la Light Wind: 142 x 48, rigida il giusto e sottile quanto basta, in grado di esaltare al massimo il vento leggero tipico dei nostri “termici estivi”; utilizzatela con 8 nodi e un’ala da 16 metri: volerete! E senza dovervi “impiccare” su una costosissima RaceBoard coi pinnoni a complicarvi la vita con i cambi di mura per le strambate! In effetti, non ce ne sono in giro di così anche perché, ogni produttore, per non perdere il bacino di riferimento, si ispira all’altro produttore e i miglioramenti non possono che essere reciproci e minimi. Osare misure e rigidità è invece il vero sintomo di innovazione, dove infatti trovi la sostanza e la performance. Tra persone serie, che ragionano con la propria testa e non sull’onda emotiva di come i geni del marketing ci vogliono far ragionare, ci si rende conto che il miglior pubblicitario/testimone è il passa-parola dell’amico kiter che si incontra nello spot solitamente frequentato e non il tale campione che utilizza quella tavola perché tanto lui è talmente bravo che anche con una mezza palanca farebbe quel certo trick… E’ vero, le tavole RedPassion non le vedremo nelle tappe delle competizioni internazionali dei kiter professionisti, PierPaolo -è uno di noi ricordate?- non può sponsorizzare le proprie realizzazioni pagando gli atleti più vincenti… però scegliendo le sue tavole neanche noi dovremo sobbarcarci parte del loro onorario!
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