Opinione su Regression: Un thriller demoniaco

Un thriller demoniaco

20/10/2016

Vantaggi

Introspettivo, coinvolgente, anticonvenzionale

Svantaggi

Emma Watson non è molto incisiva nel ruolo di Angela Gray


Il film Regression è stato diretto nel 2015 dal regista, sceneggiatore, compositore, produttore cinematografico e montatore spagnolo Alejandro Amenábar. Si tratta di un thriller incentrato sul tema del satanismo, ambientato nel Minnesota, in un'epoca in cui imperversano riti satanici e incesti che terrorizzano la società. La pellicola è ispirata a delle vicende realmente verificatesi in America negli anni ’80, ma focalizza l'attenzione sul conflitto tra scienza e religione, su una tematica che spazia tra fantasia e realtà e vede la lotta del "Bene" contro il "Male". Regression è stato presentato in anteprima il 18 settembre 2015 al Festival internazionale del cinema di San Sebastián, per poi essere distribuito in Spagna il 2 ottobre 2015. Il film ha esordito nelle sale Italiane il 3 dicembre 2015 su distribuzione di Lucky Red e negli USA è uscito il 5 febbraio 2016, distribuito da The Weinstein Company.

Angela Gray denuncia il papà per molestie. Il detective Bruce Kenner si occupa del caso e ben presto si rende conto che si tratta di una vicenda molto più complessa di quanto si sarebbe aspettato. La ragazza confesserà infatti che gli abusi denunciati
sono strettamente legate a dei riti satanici. Il detective segue il caso in modo a dir poco ossessivo, fino a quando scopre che il vero male si annida in persone e luoghi inimmaginabili. Nel corso della storia Gray, il padre della ragazza, ammetterà le
sue colpe ma quando lo psicologo Raines lo sottoporrà a ipnosi regressiva, si evince un intrico di ricordi alquanto enigmatico che coinvolge persino la psiche del detective Kenner, che si trova a far fronte con le sue paure inconsce.

La mancanza di cultura in merito alle tematiche sataniste da sempre dà luogo ad accuse e superstizioni che spesso vanno oltre la realtà, al punto da scatenare delle vere e proprie psicosi collettive, complici le informazioni fuorvianti diffuse attraverso i media e la particolare vulnerabilità dell'essere umano di religione cristiana che è portato a sprofondare nel terrore piuttosto che attuare un'analisi critica e obiettiva dei fatti.

Tutto il film induce a riflettere sulla fiducia cieca in un credo religioso talvolta fuorviante, sulle illusioni singole e le allucinazioni collettive che trasformano l'apparenza in una realtà drammatica, con la perdita progressiva della capacità di giudizio e di trarre delle conclusioni in modo razionale e indipendente dalle influenze sociali di natura religiosa e mediatica che condizionano in modo più o meno palese la concezione della verità. Si sfocia così in una mentalità omologata non del tutto condivisibile perché priva di senso critico e assolutamente deleteria.

Regression mi è piaciuto in particolare per il suo carattere profondamente introspettivo, coadiuvato da atmosfere evocative che sfidano i cliché del genere horror. La cornice satanica in cui si svolge la vicenda si scontra così con un razionalismo multi sfaccettato, che lascia spazio a più interpretazioni. Il film lascia spazio dunque a più livelli di interpretazione, inducendo alla riflessione piuttosto che allo schieramento da una parte o dall'altra. L'obiettivo del regista, ben riuscito secondo me, mi è sembrato proprio quello di sviluppare il film non tanto attraverso la trama, quanto nella psiche dei personaggi e degli spettatori, che si ritrovano così a ricostruire la verità, senza lasciarsi corrompere da concezioni indotte da altre ideologie.

Il tema principale del film è il margine di errore in cui chiunque può incorrere nel tentativo di individuare cosa sia
veramente giusto o sbagliato, specialmente quando sono proprio le ossessioni personali di cui siamo permeati a indurci a fare le considerazioni apparentemente ovvie ma profondamente sbagliate, proprio come accade al detective che in fase di indagini su una questione tanto delicata, viene ostacolato dai suoi stessi incubi.

Un altro aspetto che ha reso questo film molto piacevole dal mio punto di vista è stato l'aspetto laico con cui è stata trattata
una tematica soprannaturale su cui in genere è facile schierarsi emotivamente, a seconda della fede e della mentalità soggettive. Amenábar invece è riuscito ad essere molto razionale, con un vasto assortimento di scene misteriose e sinceramente suggestive.

In definitiva, benché non mi sia piaciuta l'interpretazione di Emma Watson nel ruolo determinante di Angela Gray, consiglio vivamente la visione di Regression, soprattutto a chi ama i film introspettivi!

Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.

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matildelide

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Altre opinioni degli utenti su Regression

  • monichina76
    opinione inserita da monichina76 il 23/03/2020
    Il film è ispirato a una serie di fatti, al diffondersi di sette sataniche negli USA negli anni 90 e alla relativa psicosi creata. All’inizio e alla fine ci sono dei testi che ne parlano, ma non si ri...
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    Atmosfera, alcuni bravi attori
    La trama è zoppicante
  • pipi2010
    opinione inserita da Karmokkio il 07/11/2016
    "Regression" in questo caso è un film del 2015 diretto in maniera discreta che non mi sento di sconsigliare, anzi, seppur non perfetto e non del mio genere vorrei premiare per il coraggio e la capacit...
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    buono
    effetti speciali forzati
  • arya
    opinione inserita da arya il 24/05/2016
    “Regression” è un film di Alejandro Amenabar con protagonisti Emma Watson e Ethan Hawke e proprio la presenza di questi due attori mi ha spinta a vederlo. Purtroppo già dopo pochi minuti avrei voluto ...
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    inizio interessante
    noioso