Davvero bello!
Una volta esistevano costumi ed usanze incivili: le famiglie ricche e di origini altolocate destinavano uno dei figli (o delle figlie) alla chiesa senza che costoro fossero d'accordo.
Per esigenze di patrimonio, per esigenze di potere, per accordi di tipo gerarchico, per scopi semplicemente devozionali o puramente egoistici.
La storia di Maria, in questo libro di Verga, si snoda in forma di diario...
Nel diario ella si confida con un'amica svelando le emozioni che la colpiscono, i desideri che la pervadono.
Vorrebbe amare e sposarsi ma non può.
La volontà del padre ha deciso altrimenti per lei.
Dovrà trascorrere la sua vita in convento, come figlia obbediente a un destino che non ha scelto, ma che le è stato imposto con prepotenza dal padre.
In questo tragico destino, in questa vicenda che tocca profondamente l'animo del lettore e che commuove, Verga dona voce a coloro che non ce l'hanno, a coloro che per secoli, sono rimasti muti e agghiacciati da una sorte avversa, imprigionati nella rete dei genitori, che con crudeltà hanno deciso al posto loro.
A che serve la vita in una condizione forzata, coatta di prigionia fisica e spirituale?
E' vero si può morire per fame, per malattia, ma anche per non essere in grado di esprimere il proprio desiderio di amare e di non poterlo appagare.
Consigliato.
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