Un canto universale di paura e d’amore
Lorenzo Marone con "Tutto sarà perfetto" ci racconta una storia che sa far leva sulle corde del lettore e non delude le aspettative di chi ama questo genere narrativo e soprattutto l’autore. È una storia densa di significati, fortemente introspettiva, capace di solleticare la riflessione, che si interroga sui rapporti umani, sulla fragilità, sui rapporti familiari e che è avvalorata dalla penna inconfondibile del napoletano. Riassaporiamo inoltre i sapori e gli odori del luogo, un luogo che è percepito quale vitale e parte integrante della vicenda. Vera colonna portante inoltre del testo è Libero, un uomo che si mostra forse per la prima volta a quel figlio o che forse è proprio quel figlio a vedere per quello che è per la prima volta.
Tuttavia, devo ammettere di aver faticato un po’ nella lettura di quest’ultimo lavoro di Marone, non perché sia scritto male o perché manchi qualcosa, quanto perché quei tratti distintivi che lo caratterizzano ci sono tutti tanto che talvolta l’evoluzione del narrato è intuibile. Non solo, anche i personaggi che crea alla lunga tendono ad assomigliarsi proprio perché caratterizzati da quel denominatore comune consono. La sensazione di déjà-vu è stata costante.
In conclusione, una piacevole lettura, che colpisce soprattutto per il rapporto tra padri e figli ma che a mio avviso non brilla particolarmente di originalità.
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