Storie di -mala gioventù-
Appena uscito per la Casa Editrice La Nave di Teseo, il libro “Un gioco da ragazzi” di Enrico Ruggeri ha subito attratto la mia attenzione, soprattutto per l'argomento generale che fa da sfondo e che è il vero protagonista della storia, cioè l'Italia degli Anni di Piombo, anni che straziarono il nostro paese e videro famiglie separate e distrutte da un clima terribile. Significativa la copertina scelta per il libro: sfondo nero che riflette la cupezza e la paura di quegli anni e in primo piano il profilo di una pallottola.
Il racconto riguarda una normale famiglia, la famiglia Scarrone, che si è formata nel II Dopoguerra e che ha vissuto il boom economico italiano: i figli sono tre, cioè Mario, Vincenzo e Aurora.
In quegli anni tutto sembra procedere abbastanza bene finchè arriva il '68 e poi il 12 dicembre 1969 con la bomba di Piazza Fontana a Milano a scuotere tutto dalle fondamenta, a fare da vero spartiacque e separare le strade fino allora percorse insieme.
Mentre il padre Carlo subisce come professore universitario i contraccolpi della contestazione, Mario e Vincenzo sentono il peso di quello che sta succedendo e si appassionano alla vita politica, purtroppo di quella che fuoriesce dalla normalità per andare verso la violenza. E lo fanno paradossalmente mettendosi su due sentieri opposti in una dicotomia perfetta e nello stesso tempo distruttiva: Mario, il più vecchio, si appassiona alla lettura e alle discussioni avvicinandosi alla Sinistra e scavando un solco sempre più profondo con Vincenzo che invece va verso la Destra.
I fratelli sono mossi ambedue da una grande sete di giustizia, ma questo loro afflato segue la via pericolosa della violenza assoluta, nella vera e propria guerra civile che sconvolse l'Italia degli anni'70.
Aurora. La sorella, invece rimane nell'ambito della famiglia e segue una sua strada, la musica, diventando un vero elemento equilibratore e, in pratica, un osservatore esterno di quanto succede intorno a lei senza che possa farci nulla.
L'autore è Enrico Ruggeri, già cantautore, presentatore televisivo e radiofonico, lanciatosi da qualche anno nella scrittura: il suo modo di scrivere è chiaro ed empatico, frutto di un uomo che ha vissuto i luoghi e i tempi di cui parla in una narrazione che qualche critico ha definito “di incendi”, di passioni che legano il lettore alle pagine di un brutto periodo della storia italiana.
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