Bella, ma non perfetta
Vantaggi
La trama e la bravura degli attori
Svantaggi
Troppo lento, varie criticità nell'adattamento dai libri
Avendo letto i libri, sono stata subito attratta dall'idea di una serie televisiva riguardante Una serie di sfortunati eventi. Da piccola avevo amato il film con Jim Carrey e quando da ragazza avevo scoperto che era tratto da una serie di tredici libri, mi ero subito preoccupata di leggerli. Per questo ero molto curiosa di vedere come sarebbe stato l'adattamento televisivo di Netflix. Si vede fin da subito che c'è un grande lavoro per ricreare le ambientazioni del libro, con paesaggi cupi e tenebrosi, luoghi spogli e squallidi. I personaggi recitano bene (soprattutto i ragazzini protagonisti) e chi ha letto il libro nota il costante sforzo per fare allusioni ai romanzi, essere precisi e riportare l'intera storia il più fedelmente possibile sullo schermo. Accanto a questa precisione e attenzione, però, sono stati introdotti degli elementi inediti rispetto ai libri che, per la maggior parte, fatico a comprendere. Si tratta dell'introduzione di adulti che cercano di aiutare gli orfani Baudelaire nelle loro sfortunate vicissitudini, ma che tendenzialmente falliscono e lasciano un senso di grottesco e inutilità. Forse i produttori volevano mostrare come alle spalle dei ragazzi ci fosse sempre qualcuno pronto a lavorare per loro, oppure introdurre fin da subito la misteriosa organizzazione VF (che nei libri è menzionata soltanto da un certo punto), ma non riesco comunque a capire il senso di questi inserimenti nuovi, soprattutto quando dall'altro lato c'è un così grande sforzo per essere fedeli alla trama del libro. Invece ho molto apprezzato il colpo di scena legato ai genitori, un elemento innovativo ma geniale. L'altro problema legato alla somiglianza con i libri è che un motivo importante di originalità e genialità della storia risiede nel modo in cui è scritta, con la costante intrusione del narratore Lemony Snickett, l'uso di molte figure retoriche, ripetizioni enfatizzate, frasi formulari che vengono utilizzate ogni volta in un determinato contesto, richiami diretti al lettore, anticipazione del finale, e moltissimi altri escamotage narrativi originali. Leggere i libri è piacevole e mai noioso grazie a questo stile di scrittura. Riportare questo stile in versione televisiva è un compito molto difficile. È molto riuscita la figura di Lemony Snickett che s'intromette nelle scene e si aggira negli stessi luoghi dove agiscono i personaggi. Per il resto ciò che gli autori sono riusciti a fare sono molti occhiolini ai fan che hanno letto i libri inserendo particolari che soltanto loro possono cogliere, sapendo come vengono descritti nei romanzi.
Un altro grande problema dell'adattamento è stato la scelta di dividere ogni episodio dei libri in due episodi di serie tv. Anche io che ero contentissima di guardarli riconosco che molte volte risultano lenti e noiosi. Ed è un peccato, perché la storia è davvero bella e resa bene, se non fosse così dilatata.
Alcuni personaggi secondo me non sono stati capiti e sono stati resi in un modo sbagliato, ma quantomeno non sono i personaggi principali. Tanti punti di merito per Neil Patrick Harris che fa un bravissimo Conte Olaf. Perfette inoltre le ambientazioni (per chi ama le ambientazioni cupe), la fotografia e la scelta dei colori.
La produzione attualmente non è ancora finita, quindi c'è ancora ampio spazio per vedere se nel complesso sarà un adattamento capolavoro oppure non troppo riuscito. Io comunque consiglio la visione a tutti, anche a dispetto della lentezza della storia, perché la trama complessiva merita molto.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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