La fine di una saga
Quando il canale Discovery lanciò un po' di anni fa la serie Vikings, in pochi avrebbero scommesso sul suo successo. Complice però una trama incalzante, un cast veramente sul pezzo e una certa accuratezza storica, almeno nelle dinamiche tra le tribù, meno nella parte romanzata, Vikings è diventato un successo televisivo destinato a durare a lungo. Il problema però è sorto a metà del ciclo narrativo con la scelta di allungare le stagioni un po' troppo e di dividerle sempre in due parti. Lo stesso è accaduto per la sesta e ultima stagione, la prima parte andata in onda lo sorso anno e la seconda ribattezzata 6B in questa prima parte del 2021. Al momento la serie è su Sky ma presto i diritti saranno ceduti anche ad altre piattaforme. I fatti riprendono da dove li si era lasciati lo scorso anno con la battaglia tra i figli di Ragnar per la lotta e la presa di Kattegat, da una parte Ivar e la sua alleanza con i Russi e dall'altra Bjion. La dipartita ad inizio stagione della Corazza è stato un vero e proprio colpo, del resto era l'ultimo della vecchia guardia di attori ad essere ancora presente nel cast e questo ha rallentato un po' il tutto. La stagione è stata un continuo rimandare l'inevitabile fine, mi è piaciuta solo la scelta di mandare Ubbe in America e dare voce anche a questo filone con l'idea che prima di Colombo anche i Vichinghi siano approdati prima in Groenlandia e poi sulle coste americani. Telefilm che ho apprezzato molto, forte di ambientazioni e personaggi semi mitologici. Avrei preferito però fosse più breve.
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