Opinione su Basilica di Superga: Superga, la Basilica di Torino
Superga, la Basilica di Torino
28/06/2019
Vantaggi
vivere la storia
Svantaggi
nessuno
Arrivati al piazzale antistante la Basilica, ci si trova in un ampio parcheggio, tra l’altro appena rimesso a nuovo: dalla balconata antistante, si ha un bellissimo panorama sulla città e le Alpi ammirato da tanti nel corso della Storia, da Rousseau a De Amicis. Dall’altra parte, ecco la Basilica che spicca davvero imponente soprattutto per l’enorme cupola, coi due campanili più bassi e distaccati ai lati che creano davvero uno splendido effetto scenografico voluto da Filippo Juvarra, il grande architetto e scenografo del Barocco Italiano, legato a diverse altre costruzione sabaude, come per esempio la Palazzina di caccia di Stupinigi.
La Basilica è dedicata alla Madonna delle Grazie con una statua in legno custodita nella Cappella del Voto: il Voto di cui si parla è quello del fondatore, il duca Vittorio Emanuele II di Savoia che la volle nel 1706 avendo chiesto l’aiuto (e la vittoria) della Madonna prima della decisiva battaglia contro i Francesi che assediavano la città.
La visita di Superga Basilica non è libera, ma è permessa solo con visite guidate (con volontari) pagando il relativo biglietto ad ore precise; per la precisione si può effettuare liberamente solo la salita a piedi alla Cupola, poi vi sono visite alle Stanze Reali dei Savoia e alle Tombe Reali. Vista l’ora del mio arrivo, ho potuto effettuare solo la parte relativa alle Camere Reali che ancora non conoscevo: le stanze erano riservate ai Savoia per periodi di ritiro e meditazione per cui, pur essendo molto belle, sono ben lontane da ogni sfarzo e poco hanno a che fare col Palazzo Reale che si trova in centro a Torino. Muoversi in queste camere, piuttosto severe (siamo pur sempre in un convento, come ricorda la guida) fa sentire vicini e umani personaggi storici importanti quali Carlo Alberto o suo figlio Vittorio Emanuele II che ci guardano compassati da austeri quadri.
Quando si parla di Superga, si pensa a 3 cose: prima di tutto al Colle che campeggia su Torino, alto 672 m, poi alla Basilica famosissima e infine, al grande crash aereo che per la scarsa visibilità, il 4 maggio 1949 costò la vita al Grande Torino di ritorno da Lisbona. Con una breve passeggiata sul fianco della Basilica si arriva al luogo dove si trova la lapide commemorativa e si rimane colpiti dai segni del ricordo di persone che ancora oggi vi si recano in pellegrinaggio e vi lasciano fiori, foto, sciarpe sportive o altro.
La visita è interessante ed è decisamente consigliata.
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