Opinione su Basilica di Superga: Superga, la Basilica di Torino
Superga, la Basilica di Torino





Vantaggi
vivere la storia
Svantaggi
nessuno
Arrivati al piazzale antistante la Basilica, ci si trova in un ampio parcheggio, tra l’altro appena rimesso a nuovo: dalla balconata antistante, si ha un bellissimo panorama sulla città e le Alpi ammirato da tanti nel corso della Storia, da Rousseau a De Amicis. Dall’altra parte, ecco la Basilica che spicca davvero imponente soprattutto per l’enorme cupola, coi due campanili più bassi e distaccati ai lati che creano davvero uno splendido effetto scenografico voluto da Filippo Juvarra, il grande architetto e scenografo del Barocco Italiano, legato a diverse altre costruzione sabaude, come per esempio la Palazzina di caccia di Stupinigi.
La Basilica è dedicata alla Madonna delle Grazie con una statua in legno custodita nella Cappella del Voto: il Voto di cui si parla è quello del fondatore, il duca Vittorio Emanuele II di Savoia che la volle nel 1706 avendo chiesto l’aiuto (e la vittoria) della Madonna prima della decisiva battaglia contro i Francesi che assediavano la città.
La visita di Superga Basilica non è libera, ma è permessa solo con visite guidate (con volontari) pagando il relativo biglietto ad ore precise; per la precisione si può effettuare liberamente solo la salita a piedi alla Cupola, poi vi sono visite alle Stanze Reali dei Savoia e alle Tombe Reali. Vista l’ora del mio arrivo, ho potuto effettuare solo la parte relativa alle Camere Reali che ancora non conoscevo: le stanze erano riservate ai Savoia per periodi di ritiro e meditazione per cui, pur essendo molto belle, sono ben lontane da ogni sfarzo e poco hanno a che fare col Palazzo Reale che si trova in centro a Torino. Muoversi in queste camere, piuttosto severe (siamo pur sempre in un convento, come ricorda la guida) fa sentire vicini e umani personaggi storici importanti quali Carlo Alberto o suo figlio Vittorio Emanuele II che ci guardano compassati da austeri quadri.
Quando si parla di Superga, si pensa a 3 cose: prima di tutto al Colle che campeggia su Torino, alto 672 m, poi alla Basilica famosissima e infine, al grande crash aereo che per la scarsa visibilità, il 4 maggio 1949 costò la vita al Grande Torino di ritorno da Lisbona. Con una breve passeggiata sul fianco della Basilica si arriva al luogo dove si trova la lapide commemorativa e si rimane colpiti dai segni del ricordo di persone che ancora oggi vi si recano in pellegrinaggio e vi lasciano fiori, foto, sciarpe sportive o altro.
La visita è interessante ed è decisamente consigliata.
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