La Firenze degli anni '20!
Mi piace moltissimo come scrittore Vasco Pratolini e leggo molto volentieri le sue opere sia per i contenuti ma soprattutto per le ambientazioni fiorentine.
"Cronache di poveri amanti" è stato uno di quei romanzi che avrei voluto non finisse mai perchè ti trasporta davvero nella Firenze di quasi un secolo fa.
Tempo fa, accendendo la tv, riuscii a seguire i 10 minuti finali del film ispirato al romanzo, diretto da Carlo Lizzani nel 1954 ed intitolato anch'esso "Cronache di poveri amanti".
Mi ripromisi di guardarlo tutto il prima possibile e l'occasione si è presentata proprio stamattina.
115 minuti potrebbero sembrare tanti, ma se il film vale la pena, trascorrono in un soffio.
Stiamo parlando di un film in bianco e nero ambientato a Firenze, soprattutto in Via del Corno, dove i "cornacchiai" della Firenze degli anni '20 si scontrano tra fascisti ed antifascisti.
Le loro id
eologie politiche differenti non si limitano a scambi di idee.
Gli scontri sfociano spesso nel sangue e tra i tanti feriti, picchiati, rapiti, anche Alfredo Campolmi viene ferito gravemente e ricoverato in sanatorio.
Sua moglie Milena, interpretata da Antonella Lualdi, lo assiste amorevolmente ed intanto Mario, fidanzato della sua amica Bianca, si innamora perdutamente di lei.
Nel frattempo in Via del Corno si intrecciano nuovi amori mentre la Signora, arcigna ed impicciona usuraia immobilizzata a letto, tiene tutti sotto controllo grazie all'occhio vigile di Gesuina, interpretata dalla bellissima Anna Maria Ferrero, che spiando da dietro le tende le racconta tutto quello che succede.
Tra i personaggi maschili vanno ricordati gli allora giovanissimi Marcello Mastroianni e Gabriele Tinti rispettivamente nei panni di Ugo e Mario.
In realtà sono tanti i personaggi che entrano in scena sia nel corso del libro sia durante il film dunque va prestata particolare attenzione alla trama se non si vuole far confusione, soprattutto facendo mente locale tra fascisti ed anti fascisti.
Non è dunque un film da prendere alla leggera e che più di sessant'anni dopo diventa un documento importata dell'Italia del primo dopoguerra, in preparazione di quella che sarà poi un decennio circa dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Suggestiva l'ambientazione fiorentina in cui si intravedono squarci di Piazza della Signoria, la Loggia de' Lanzi e Palazzo Vecchio, ma anche viuzze e stradine secondarie inquadrate e nominate nel corso della pellicola.
Io in Via del Corno, a Firenze, ci sono voluta andare davvero ed è stato davvero emozionante trovarsi al centro dell'ambientazione di due opere così belle!
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