La rivolta di Petrunja
In questi giorni grazie a Sky ho visto un film interessantissimo, precisamente “Dio è donna e si chiama Petrunya” della regista macedone Teona Strugar Mitevska uscito nel 2019.
La storia è davvero particolare: Petrunja vive in un paesino della Macedonia, ha 35 anni, è laureata in Storia e non ha ancora trovato lavoro, inoltre si sente brutta e non è contenta della propria vita.
Per l'ennesima volta si reca in una fabbrica per un colloquio, ma viene trattata molto male: tornando verso casa, assiste ad una processione particolare in cui il Pope lancia una croce benedetta nell'acqua di un fiume vorticoso (siamo in pieno inverno!) e un gruppo di uomini in costume è pronto per buttarsi e prendere la croce.
La cosa sarà segno di prestigio e fortuna per l'anno: Petrunja non sa perchè, ma si getta vestita e prende lei la croce, tra lo scandalo generale e le grida degli uomini perchè lei è una donna e non avrebbe dovuto farlo.
Petrunja con la sua croce scappa verso casa e qui viene accolta malissimo dalla madre quando questa capisce cos'ha fatto. La polizia la convoca per un interrogatorio, ma lei si rifiuta tenacemente di restituire la croce che ha preso e non si fa intimidire.
Petrunja si trova così sola, sostenuta solo da un'amica e da una giornalista, ad affrontare il terribile maschilismo del paese, della polizia e dei sacerdoti ortodossi, ma alle domande dell'interrogatorio reagisce e risponde con saggezza e competenza. Lei sostiene a ragione di non aver violato nessuna legge dello Stato e sa che non può essere arrestata, ma le si oppone che non ha tenuto conto delle vecchie tradizioni del Paese ritenute santificate dalla ripetizione.
Un film semplice ed interessante che riesce ad avvincere lo spettatore con una storia tra l'altro ispirata ad un fatto di cronaca.
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