Opinione su Gilles Villeneuve: Gilles l'aviatore e la febbre Villeneuve
Gilles l'aviatore e la febbre Villeneuve
09/01/2020
Vantaggi
Un esempio positivo
Svantaggi
nessuno
Al suo arrivo, il giovane canadese aveva all'attivo alcuni campionati mondiali in Motoslitte, un campionato cosrso in formula Atlantic e qualche gara fatta in formula uno credo con una Mclaren con cui per'altro, nel corso di un incidente, causò la morte di un Commissario di gara.
Naturalmente era del tutto incolpevole ma anche questo, io credo, in parte lo plagiò in quello che in un tipo dalle fattezze di un ragazzino, dovette tirar fuori in quanto a grinta e determinazione. Gilles vinse pochissime gare e prima di morire in Austria, non potè assaporare le gioie del vincere un Mondiale, cosa che invece accadde a suo figlio Jacques, vincitore anche a Indianapolis.
Ma Gilles era così, disarmante e cinico, coraggioso alla follia e per questo il Direttore della testata Autosprint lanciò una campagna intitolata "Cresce la febbre Vielleneuve". Questo timbro lo accompagnò per tutta la carriera e ne certificò il valore grazie alle sue prodezze o intemperanze in pista. Ad ogni gara i suoi fans non sapeano cosa aspettarsi dal mito ma erano sicuri che lui avrebbe fatto qualsiasi cosa gli fosse passato in testa pur di vincere.
Spettacolare il suo duello all'ultimo sangue con Renè Arnoux, dove a suon di sportellate ebbe la meglio sul francese. Gli incidenti non lo toccavano dal punto di vista emotivo. Sembrava godere di una freddezza che molti indicarono come incoscienza.
Enzo Ferrari ebbe per Gilles la pazienza di un padre e lo ricoprì di attenzioni oltre che di danaro e celebrità.
Gilles viveva da spericolato anche nel privato. Didier Pironi affronto un viaggio dalla svizzera fino a Modena con lui in auto e ne discese giurando che quella era stata l'esperienza più pericolosa di tutta la sua vita.
Strano il destino di questi due ex amici poi divenuti drammaticamente rivali dentro e fuori la pista. Il Destino fu duro con ambedue. L'ultimo volo di Villeneuve, spettacolare e terribile nel suo compimento lo rapì ai tifosi nel 1982.
Didier Pironì, per una strana coincidenza, rischiò la vita proprio in un incidente simile a Hokenaim dove letteralmente decollò dopo aver tamponata la monoposto di Prost sotto il diluvio, rimanendo offeso alle gambe per sempre.
Pochi anni dopo, alla guida di un motoscafo off shore, la sorte gli presentò ancora una volta il conto, ma questa volta in maniera definitiva. Morì durante una gara all'Isola di Wight.
Pochi mesi dopo la sua morte la compagna diede alla luce due gemelli che volle chiamare Didier e Gilles.
La mia opinione credo sia determinata da una vera e propria passioni per come Villeneuve guidava anche se devo sinceramente riconoscere che l'improvvisazione e la furbizia più che il talento, furono la cifra del suo valore.
Jody Schekter, il sudafricano che vinse il mondiale con la ferrari nel 78 avendo come compagno di squadra proprio Gilles, ne attestò le qualità di amicizia e di capacità nell'essere uomo squadra e gli dedicò quel titolo che non avrebbe vinto senza l'appoggio di Gilles.
Sono passati ormai tanti anni ma anche grazie al figlio Jacques, il nome Villeneuve continua a rimbombare negli autodromi e fra gli attempati fans che allora lo seguivano con passione unica. Ed io sono fra questi!
Anche per Gilles, come per altri piloti di Formula uno, la passione per il volo ne contraddistinse il carattere solare. Imparò a guidare il suo elicottero e spesso si spostava da Montecarlo dove viveva, sino a Maranello, mandando in visibilio il personale di fabbrica con le sue evoluzioni.
Gli piaceva poi guidare un motoscafo fuori bordo potentissimo e anche se Jacque, crescendo, spesso sentiva il peso del nome Villeneuve, penso nel tempo abbia imparato ad essere fiero dell'essere il figlio del grande Gil.
Addio Gil e grazie per le emozioni che ci hai donato in vita!
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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