Opinione su Il ballo - Irène Némirovsky: IL BALLO DELL'INVIDIA

IL BALLO DELL'INVIDIA

16/04/2020

Vantaggi

splendido

Svantaggi

io non ne ho trovati


Questo racconto di Irène Némirovsky è un gioiellino al veleno, crudele nella sua bellezza, prezioso per la densità dei suoi dialoghi rivelatori, che in poche distratte parole distruggono maschere e apparenze. Del resto, nell’ambiente che circonda la piccola Antoinette, l’ipocrisia è fragile come carta velina.

Antoinette ha quattordici anni, e desidera con feroce intensità di esplorare le gioie della vita adulta, in particolare quelle del sesso e dell’amore. Vuole brillare, gioire, uscire dalle paludi di impotenza e di noia dell’infanzia. Suo padre, “un piccolo ebreo scarno con gli occhi di fuoco”, è riuscito improvvisamente ad arricchirsi, ma questo per lei si traduce soprattutto in nuove pretese da soddisfare: regole da mettere in pratica, lezioni noiose, imposizioni e critiche: Antoinette deve imparare a muoversi, a parlare, soprattutto a mentire sulla povertà trascorsa.

Rosine, madre di Antoinette ed ex “dattilografa del capo”, è determinata a prendersi la rivincita sugli anni passati ad attendere l’arrivo di una nuova vita: la ricchezza è finalmente arrivata, ma la sua freschezza è agli sgoccioli e lei è ansiosa di spremere il meglio da quel che le rimane, di salvare il salvabile e godere il godibile, di “vivere”, di essere finalmente “felice”. E sua figlia Antoinette, ormai in età da marito? Lei deve rimanere fuori dai piedi. I baci rituali del risveglio e della buona notte che le somministra sono un rituale ormai svuotato di significato.

Malauguratamente, Antoinette e Rosine, madre e figlia, condividono e lo stesso preciso, identico e luccicante ideale di felicità: l’amore, anzi, “l’amante”, talmente usuale da rappresentare un’istituzione nella società francese del tempo. Madre e figlia, la stessa ansia, lo stesso desiderio.

Un desiderio che presto potrebbe realizzarsi: stanno per organizzare il primo, lussuosissimo, costosissimo ballo, che comprenderà ex prostitute sposate, arricchite e ripulite, blasonati e arricchiti, mariti e gigolo (“sono decorativi”), truffatori e corruttori, donne sposate e signorine acide per diffondere l’invidia... Un ballo che riflette fin nei minimi particolari la vastità del degrado che circonda la piccola famiglia appena arricchita: il sogno luccica ancora e produce ancora desiderio, ma mostra già il potenziale distruttivo.

Al ballo ci saranno tutti e di tutto, tranne Antoinette. Rosine è determinata: sua figlia dormirà in uno stanzino, in fondo al corridoio. La frustrazione della ragazza è direttamente proporzionale alla sua voglia di mordere i primi frutti della vita sessuale. Ma la madre non capisce, si illude, minimizza.
“La domerò, puoi giurarci...”
“Un ballo. Non ti inorgoglisce l’idea che i tuoi genitori diano un ballo? Non sei molto sveglia, temo, povera figlia mia”.
La rabbia di Antoinette produrrà effetti devastanti. E rivelatori. La famiglia ha conquistato il denaro, ma rimane priva non soltanto di valori e di affetti, ma perfino di solidarietà, obiettivi comuni, miti da conservare, apparenze da salvare.

Una piccola storia tragica, scandita da un ritmo perfetto e inesorabile che si consuma in un tempo breve, ma sufficiente a spaccare superfici ed esporre illusioni, brutture, miserie. Lo stupore della giovanissima protagonista di fronte alla fragilità degli adulti, quei mostri che tanto teme e tanto odia, riflette l’enormità della desolazione, della sconfitta di un’intera società.

Nelle opere successive non mancano i barlumi di speranza e di tenerezza, ma qui la penna di Némirovsky dimostra un’intelligenza lucida e spietata, che ferisce con il suo sarcasmo e non conosce perdono, redenzione, delicatezza. Da non perdere.

Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.

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kira1992

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Altre opinioni degli utenti su Il ballo - Irène Némirovsky

  • blase
    opinione inserita da blase il 15/06/2020
    Come si può, in nemmeno cento pagine, rivelare così tanto delle emozioni umane più sotterranee, della rivalità tra donne, dell’insicurezza che si tramuta in distruttività? La Némirovsky lo fa brillant...
    Continua a leggere >
    100%
    Validissimo
    non trovati
  • anibas
    opinione inserita da anibas il 18/04/2020
    Il ballo è un romanzo,scritto nel 1928 e pubblicato nel 1930, da Irène Némirovsky venticinquenne, che si affacciava alla scena della brillante vita mondana di Parigi. La Storia racconta di una giovane...
    Continua a leggere >
    ben scritto
    nessuno
  • clary
    opinione inserita da clary il 16/04/2020
    Quello che colpisce di questo racconto di Iréne Nèmirovsky è, prima di tutto, la totale assenza di sentimenti positivi. L’autrice prende il suo pennello di parole e, con tratti brevi, delicati ma inci...
    Continua a leggere >
    Lucidiamo ogni superficie con ambizione ed egoismo. Facciamo risplendere ogni specchio di frivoli desideri. Accordiamo gli strumenti della cattiveria. Perché qui, in casa Kampf, c’è un ballo da allestire!
    ********************
  • filicolorati
    opinione inserita da filicolorati il 16/04/2020
    Ma che meraviglia... Della Nemirovsky avevo letto e apprezzato moltissimo "Suite francese", ma questo racconto, in una manciata di pagine, forse forse mi ha dato molto di più... Ci ho trovato dentro u...
    Continua a leggere >
    100%
    MORS TUA, VITA MEA...
    personalmente non trovati
  • flappy58
    opinione inserita da flappy58 il 14/02/2020
    Tempo fa avevo acquistato "Il ballo", insieme ad altri racconti brevi della "Newton Compton Editori": non conoscevo Irene Némirovsky e, devo dire, che sono rimasta piacevolmente sorpresa per le descri...
    Continua a leggere >
    Racconto avvincente, stile che permette al lettore di addentrarsi fin da subito nella trama.
    Nessuno.