Un bel film iraniano
Kaveh ha un incidente con una famiglia in motorino, nonostante il figlio abbia sbattuto la testa non ci sembrano conseguenze e tutto si risolve con una stretta di mano. Il giorno dopo il bambino arriva morto in ospedale e l'autopsia dichiara che sia morto per un'intossicazione, ma in lui cova il dubbio che sia stato l'incidente la causa della morte.
Questo film iraniano mette al centro della storia la coscienza dell'uomo, alla quale ognuno risponde a modo suo.
Sul filone principale assistiamo alla maturazione della colpa nella coscienza del medico che fa tutte le ricerche del caso per appurare la causa della morte, anche dopo che ormai legalmente lui possa risultare scagionato, ma non ha il coraggio di confrontarsi con la famiglia e nemmeno con sua moglie.
E regisce tardivamente chiedendo la riesumazione del cadavere.
Sull'altro binario prosegue la storia del padre del ragazzo che si sente colpevole perchè crede che possa essere il cibo avariato che ha portato a casa la causa della morte del figlio.
Il regista non prende posizione sulle varie scelte etiche dei protagonisti ci racconta le conseguenze delle azioni e lascia che sia lo spettatore a decidere; una scelta elegante che ho approvato.
Un film toccante e intrigante che ho apprezzato.
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