"Il fu Mattia Pascal": nessuno sfugge alla "maschera"
Vantaggi
Un romanzo per capire Pirandello
Svantaggi
Idee difficili da digerire, ma tuttavia vere.
"il fu Mattia Pascal" è forse il romanzo più noto di Luigi Pirandello: ed è giusto che sia così, perché quest'opera incarna perfettamente il pensiero filosofico dello scrittore siciliano. Il "fallito" tentativo di Mattia di sfuggire alla sua condizione esistenziale, facendosi credere morto, per poi assumere una diversa identità "spiega" come la pensava Pirandello riguardo alla trita ed abusata espressione "rifarsi una vita". In pratica, per Pirandello, "nessuno" è in grado "realmente" di rifarsi una vita, buttandosi tutto alle spalle, perché, alla fine, "la vita di prima" ti ghermisce di nuovo, facendoti "tornare indietro" con tuo gravissimo danno. "Il fu Mattia Pascal" assume su di sé il compito titanico di spiegare cos'era la "maschera sociale" di Pirandello. Tale "maschera" è sostanzialmente il "ruolo" che tutti noi occupiamo nella società, e per questo "ruolo" siamo "riconosciuti" da tutti. Ma supponiamo che, da un giorno all'altro, qualcuno di noi decida di abbandonare la propria "annosa maschera" per assumerne una "diversa", che cosa succederebbe? Il minimo che ti potrebbe succedere è di essere considerato/a pazzo/a. Le conseguenze sarebbero terrificanti. Quanto poi al "fuggire lontano", la cosa era già difficoltosa ai tempi di Pirandello: figuriamoci oggi, con tutti gli strumenti tecnologici a disposizione. No, l'ipotesi di Pirandello che "non" si possa sfuggire al proprio "destino-maschera" era vera ieri ed è vera oggi. Grande romanzo "filosofico".
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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