Un romanzo un po' sotto tono, ma geniale
Il visconte dimezzato è, nella trilogia degli antenati di Calvino, probabilmente quello che mi è piaciuto di meno, non tanto perché si tratta di un testo scritto male, ma perché ha in sé un certo vero di negatività e tristezza che a differenza dell'atmosfera sognante dei primi due volumi, cioè il Cavaliere Inesistente, che è assolutamente un capolavoro e Il Barone Rampante. Tratta in maniera figurativa dei traumi della guerra, visto che Il visconte protagonista sin dalle prime pagine del libro viene colpito da una palla di cannone e succede qualche cosa di imprevisto. È un libro complesso, ma che secondo me non riesce a raggiungere le vette degli altri due, pure stando letteratura di primo livello, anche perché Calvino è un autore in grado di tessere immagini molto sottili di colpire la fantasia del lettore con poche semplici parole, un potere che gli rimane per tutta la sua produzione. In ogni caso se avete intenzione di affrontare la lettura della Trilogia degli Antenati questo volume è strettamente necessario, non tanto perché chiarisce qualche cosa di particolare, perché i tre libri sono abbastanza disgiunti tra loro le poteva essere letto in qualsiasi ordine e anche omettendo uno dei capitoli quanto perché fa parte di una tessitura di un atmosfera.
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