Storie napoletane
Don Giuseppe vuole tornare in Campania e viene esaudito prendendo il posto di Don Antonio in un paesino del circondario napoletano, il quale prova a fargli capire la terribile situazione in cui si trova questo paese strozzato dalla malavita.
Lui vuole cambiare le cose e iniziando spostando la capra dal campetto...
Marra propone un bel film schietto e diretto che va dritto al problema senza fronzoli e anche i suoi personaggi sono così forse un pò troppo per sembrare proprio realistici e veri, ma è un modo di comunicare che mi piace.
Il titolo parla sarcasticamente di un equilibrio che regna in queste terre, ma è tutto direzionato verso la Camorra e lo Stato è totalmente assente.
E la Chiesa, nelle vesti di Don Antonio, mantiene questo equilibrio evitando di sconvolgerlo per paura per sè stesso ma anche per gli altri membri sicuri che lo Stato non potrebbe mai intervenire, così si diletta ad affrotnare solo i problemi dei quali attualmente la Camorra non si occupa più, facendo la figura del paladino, ma in sostanza fa ben poco.
Don Giuseppe è un uomo d'azione che ha una forte morale e non può tirarsi indietro davanti ai problemi che assillano la sua comunità e agisce seguendo la sua logica e la sua etica.
Don Gisueppe è un personaggio troppo diretto, anacronistico nel suo atteggiamento perchè, essendo campano, pur essendo contro la Camorra dovrebbe avere una certa comprensione del problema e un atteggiamento diverso nel risolverli perchè, come poi accade nel film, affrontadoli di petto, poi ci vanno di mezzo tanti innocenti senza che succeda nulla ai malavitosi.
Don Giuseppe sembra un giustiziere venuto da un altro pianeta, mi sorprende che un personaggio così riesca a sopravvivere perchè, dopotutto, è pur sempre solo un prete.
Il film è bello, intenso e parla senza peli sulla bocca, ma ha queste falle che non ho amato.
Lo consiglio a chi piacciono storie del genere.
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