Santo Russo
Santo Russo è un uomo benestante che ha raggiunto tutti i suoi obbiettivi, ma il suo passato è oscuro e parte da lontano dalla povertà adolescenziale di un emigrato calabrese arrivato a Milano negli anni sessanta. Santo ha tanta fame e si fa strada tra droga, omicidi e rapimenti.
Il film parte in quinta con un protagonsita all'apice del successo, ma quando la storia abbandona questo filone a parte dall'adolescenza è un pò una delusione.
E va avanti così tutta la storia fra accelerate improvvise e altrettanto improvvise frenate che lo rendono interessante e gradevole da seguire soprattutto nelle prime.
La trama soffre così di due gravi carenze nella narrazione, manca la parte nella quale Santo fa il salto di qualità come gangster che viene liquidata in due parole in favore di altre parti descritte minuziosamente che non sono affatto esaltanti come nella scelta della narrazione attraverso la voce fuori campo e sul finale che lascia un pò l'amaro in bocca per buonismo.
Il cast funziona alla perfezione con uno Scamarcio sul quale ormai mi sono ricreduto da tempo che fa da mattatore con un personaggio che gli calza a pennello.
Un bel film che racconta anche un pezzo della storia recente italiana che, se esportato, aprirà nuovi sterotipi perchè palra della criminalità calabrese che risulta ignota al cinema internazionale sebbene più sanguinosa di quella siciliana.
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