Voglio lavorare!
Questo film della Comencini è uscito nel 2004, quando il termine mobbing non era ben chiaro nel linguaggio comune italiano, anche se il concetto è sempre stato nella nostra vita lavorativa. E la regista dà un nuovo senso a queso termine realizzando un film che descrive appieno ciò che ai tempi delle multinazionali è il mobbing.
La protagonista è Anna, una semplice segretaria che all'improvviso diventa come una sorta di appestata, evitata dai colleghi, scarso lavoro e un ufficio già occupato. Sola e divorziata sprofonda nella depressione.
Anna è interpretata da un'ottima Braschi, attrice che avevo sottovalutato e visto sempre all'ombra del marito istrionco Benigni, che splende nel ruolo di protagonista e regala un'ottima caratterizzazione e interpretazione.
La regista fa uno splendido lavoro con un budget minimo e un cast composto principalmente da sconosciuti e dilettanti; tratteggia con abilità quella che potrebbe essere una qualsiasi azienda inglobata dalla multinazionale di turno.
E così tinteggia una realtà che potrebbe appartenere a qualsiasi ufficio nel mondo, dipingendo una realtà universale con pochi tratti nel suo realismo più crudo e squallido di chi sa di esseere solo un numero sacrificabile ad ogni fusione, e, ripete, giorno per giorno, lo stesso tran-tran; finchè questo viene interrotto dal dramma del mobbing.
Un film che centra il tema con una semplicità inquietante e mi ha immerso in questa realtà facendomi empatizzare per la protagonista e per la sua squallida realtà che crolla intorno a sè giorno dopo giorno; ma perderla non è una liberazione, ma un dramma.
L'unica pecca è un finale, a mio avviso, troppo buonista.
Un bel film che non è sicuramente adatto a chi cerca un cinema leggero e divertente.
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